Libri in pillole

“L’inverno del nostro scontento” di John Steinbeck: recensione libro

L’inverno del nostro scontento è l’ultimo romanzo scritto da John Steinbeck, pubblicato nel 1961, un anno prima di ricevere il Nobel per la letteratura. Ed è infatti un libro in cui emerge tutta la maturità dell’autore: una storia diversa rispetto a Furore o Vicolo Cannery, perché incentrata esclusivamente sulla parabola personale di un solo protagonista, Ethan, e sul suo logorante conflitto interiore che lo accompagna costantemente nella corsa per scalare posizioni sociali nell’America degli anni ’60.

“Ma proprio questo non capisco, Ethan. Chiunque può fallire. Ma non vedo perché tu debba restare fallito, proprio tu, un uomo con le tue origini, la tua istruzione. Non puoi restare così, a meno che non ti si sia annacquato il sangue”.

Ethan, infatti, proviene da una ricca famiglia caduta in rovina, e prova a ricostruire la sua condizione economica ripartendo dal basso, ovvero accettando di lavorare come commesso in una drogheria che un tempo era stata di sua proprietà. Ma in America, si sa, non c’è spazio per il fallimento, non è contemplato rimanere indietro nella scala sociale, perché altrimenti si finisce ai margini, si perde il rispetto della comunità e si scivola lentamente verso quel baratro dove abitano gli esclusi.

“Ellen ieri sera mi ha chiesto: «Papà, quando diventeremo ricchi?». Ma io non le ho detto quel che so: «Noi saremo ricchi presto, e tu che non sai sopportare la povertà, non saprai sopportare nemmeno la ricchezza». Ed è vero. Povera, è invidiosa. Ricca, sarà una snob. Il denaro non cura la malattia, solo i sintomi”.

E per evitare di andare a ingrossare le fila dei perdenti Ethan si ritroverà obbligato a mollare gli ormeggi della sua integrità morale, per inoltrarsi in un mare di imbrogli e tradimenti necessari per completare la sua resurrezione economica, che tuttavia metterà in profonda crisi la sua coscienza, le sue certezze ma anche la sua vita familiare.

“Il fallimento è uno stato mentale. È come una di quelle trappole che scava nella sabbia il formicaleone. Si continua a scivolare giù. Ci vuole un bel salto per uscirne. E lei deve fare quel salto, Eth. Una volta fuori, si accorgerà che anche il successo è uno stato mentale”.

L’inverno del nostro scontento è un altro capolavoro di Steinbeck, che questa volta inchioda il lettore sulle pagine del libro narrando il senso di smarrimento del protagonista attraverso lunghi dialoghi e monologhi, grazie ai quali mette a nudo tutte le contraddizioni di chi sente su di sé l’enorme pressione della società in cui vive, che obbliga a tradire i propri principi morali per raggiungere un obiettivo che, tuttavia, risulta essere effimero, come effimero si è rivelato il Sogno Americano.

“L’inverno del nostro scontento” di John Steinbeck, edizioni Bompiani. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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