Libri in pillole

“La strada” di Cormac McCarthy: recensione libro

Cenere, morte, devastazione. Polvere, solitudine, desolazione. È questo ciò che è rimasto del mondo: nulla. Uno scenario post-apocalittico nel quale si muovono padre e figlio che, per sopravvivere, si mettono in viaggio verso il sud, vale a dire verso quelle terre dove si spera che il sole ricordi ancora come scaldare cuori e illuminare la strada di quei superstiti che provano a rimanere aggrappati alla vita. Quella vita che quasi non c’è più, che non si vede neanche in lontananza: perché c’è morte ovunque. Morte tra gli esseri umani, morte nella natura, morte nel passato, nel presente e nel futuro di chi si guarda intorno senza trovare soluzione, speranza, luce.

la strada cormac mccarthy“Un’ora dopo erano sulla strada. Lui spingeva il carrello e avevano entrambi uno zaino in spalla. Negli zaini c’erano le cose essenziali. Casomai avessero dovuto abbandonare il carrello e fuggire. Alla maniglia del carrello era attaccato un retrovisore da motocicletta cromato che l’uomo usava per tenere d’occhio la strada dietro di loro. Si risistemò lo zaino sulle spalle e scrutò la terra devastata in lontananza. La strada era deserta. Sotto di loro, nella piccola valle, la serpentina grigia e quieta di un fiume. Precisa e immobile. Lungo la riva un ammasso di canne morte. Tutto bene?, chiese l’uomo. Il bambino annuì. Poi si incamminarono sull’asfalto in una luce di piombo, strusciando i piedi nella cenere, l’uno il mondo intero dell’altro”.

E così eccoli lì padre e figlio, a spingere il loro carrello dentro al quale raccolgono tutto ciò che può servire per completare il cammino verso sud, padre e figlio che avanzano a fatica, che lottano contro la fame e il freddo, contro la stanchezza e il terrore degli agguati. Padre e figlio che tuttavia non demordono, perché, malgrado il grigiore del panorama che hanno davanti a sé, loro la luce la portano dentro: è il fuoco che custodiscono i buoni, il fuoco che riscalda, rianima, che rincuora e dà speranza. È il fuoco che guida verso quella terra dove, magari, un nuovo inizio è possibile.

“Ce la caveremo, vero, papà?
Sì. Ce la caveremo.
E non ci succederà niente di male.
Esatto.
Perché noi portiamo il fuoco.
Sì. Perché noi portiamo il fuoco”.

La strada è un romanzo straordinario, scritto con uno stile asciutto, essenziale, senza elementi superflui, che pone al centro della narrazione il rapporto padre-figlio che va consolidandosi pagina dopo pagina, fino a conquistare il lettore che non può fare altro che accompagnare i due protagonisti nel cammino della loro apocalisse. Decisamente riuscita la scelta di suddividere il romanzo non in capitoli bensì in un susseguirsi di brevi paragrafi, che marcano il tempo della lettura e scandiscono le pause necessarie per metabolizzare la narrazione, percepire il doloroso incedere dei protagonisti e per toccare con mano i desolanti scenari che, di volta in volta, gli si spalancano davanti.

 

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“La strada” di Cormac McCarthy, edizioni Einaudi. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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