Libri in pillole

“Berlino” di Michael Mirolla: recensione libro

Ci sono dei libri che si leggono con estrema scioltezza e altri che invece richiedono al lettore una partecipazione attiva. Ecco, Berlino appartiene senza dubbio alla seconda categoria, perché è un romanzo che esige delle azioni che il lettore non può esimersi dall’eseguire se vuole riuscire a entrare nel fantastico mondo dell’assurdo creato da Michael Mirolla. Grazie alla sua abilità letteraria, infatti, l’autore gioca con i piani spaziali, temporali e logici andando a scomporre il cubo della realtà in molteplici parti che il lettore dovrà provare a ricollocare nel verso giusto.

“È colpa della città, pensi. Non c’è dubbio. Ci sono fantasmi ovunque, pronti a saltar fuori al primo schiocco di sinapsi. Fantasmi morti da tanto tempo; fantasmi che sbucano senza preavviso; fantasmi nati sul momento; fantasmi pronti ad arrivare a frotte al primo pensiero deviante, alla prima frase inappropriata”.

Dunque bisogna mollare gli ormeggi e allontanarsi dal porto sicuro di ciò che vediamo, sentiamo, percepiamo (e leggiamo) e iniziare a navigare in mare aperto seguendo il racconto di Chiavetta, un paziente in fuga da una clinica psichiatrica, che attraverso un manoscritto ritrovato dal suo dottore ci catapulta in una Berlino senza spazio, senza tempo, senza punti di riferimento. Se non quelli storici, che si alternano, si sovrappongono, si intersecano con il presente, andando a creare diversi livelli di realtà nei quali protagonista e lettore si perdono piacevolmente in un viaggio che si rivelerà psichedelico, onirico, estremamente affascinante. Perché è in questa molteplicità di scenari, mai definiti, mai delimitati ma sempre vividi, pieni di sollecitazioni e sorprese, che si sviluppa la storia di Berlino, all’interno di un mondo che rompe i limiti della logica oltrepassando l’immaginazione, che sorprende a ogni pagina, che crea continui corti circuiti, continue allucinazioni. Ed è così che ci ritroviamo in un simposio di filosofia, e poi in una discoteca estrema di Berlino, e ancora davanti ai resti dello storico muro che divideva in due la città, e poi in una bettola di quartiere popolata da ospiti surreali, o ancora in piena epoca nazista.

“Ormai sono abituato alle loro finte e ai loro goffi tentativi di dirottamento. Le loro maschere sono simboliche, ostacolare dalla lingua e tradotte male. Ma sono le loro mezze misure che li smascherano, che li etichetta o senza scampo come fallimenti. Non esiste una strada senza trappole intorno – troppo ampia per aggirarla, troppo larga per saltarla, troppo profonda per scavalcarla. E, se non è così, la strada stessa diventa una trappola. Quindi, perché non sceglierne una mia?”.

Berlino è un libro molto stimolante, per lo stile con cui è scritto e per la sfida che l’autore lancia al lettore che, non appena pensa di essere riuscito a rimettere insieme le diverse parti narrative ricostruendo una porzione di realtà logica se la vede crollare davanti esattamente come accade coi castelli di sabbia, perché la realtà è labile, fragile, cangiante, e non può essere afferrata in forma definitiva.

“Berlino” di Michael Mirolla, edizioni Alter Ego. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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