“Fiori di corallo” di Maggie: versi di rose e di spine

La silloge “Fiori di corallo” di Maggie si apre con una poesia che pare voglia riprendere un discorso lasciato a metà, quasi a riavvolgere un filo invisibile che già lega la poetessa a lettori e lettrici. E poi succederà qualcosa è un verso di speranza e di possibilità. È sentire la potenza di un futuro che diventa certo, tra la consapevolezza e il desiderio di salvezza.
Guarda dietro, Maggie, e si guarda dentro. Lo fa con occhi che scrutano in profondità, aspirando il profumo di momenti rimasti in sospeso e con la capacità di mettersi a nudo senza paure che possano trattenerla. I suoi passi percorrono sentieri conosciuti e non, permettendole di ammirare ciò che molti ignorano o non vogliono vedere.
Nel suo cammino interiore, la poetessa affronta ostacoli e dubbi. Solitudine, illusioni, sogni e certezze: ogni emozione trova il suo posto. Come da un trampolino, Maggie è pronta a gettarsi nel vuoto alla ricerca di un equilibrio ancora incerto ma non impossibile da trovare.
Crollano i muri della ragione/sulle macerie dell’apparenza/l’esistenza si consuma su scaffali/di cosmetici scaduti/dove gioco a truccarmi/posseggo un equilibrio labile/e un sorriso stabile/vago nella solitudine e cerco il divenire/L’essenza è come fuoco di sabbia/in deserti spopolati/anche adesso lo sento cadrò/ma senza nessuna ferita/Nessuna
La raccolta di poesie “Fiori di corallo” di Maggie è suddivisa in quattro sezioni. Ed è nella terza parte, “Bacio di carta”, che l’autrice esprime nella massima pienezza il suo amore per la poesia. Ogni verso è un inno, ogni parola un tributo. Velatamente, o in maniera esplicita, Maggie parla di poesia. Tra favola e realtà, tra ignoto e svelato, attraverso la voce o il silenzio, la poesia si fa strada con umiltà e magistralità. Ciò che si è, non sempre è quel che si mostra. La poesia è buio e luce, bivio senza segnaletica. Eppure è tutto quel che abbiamo. È il potere nelle nostre mani.
Siamo senza punteggiatura/poesie senza parole/declamate al vento/siamo versi incomprensibili/precipitiamo su fogli bianchi/affoghiamo nell’inchiostro/siamo racconti distorti/senza punti pieni di errori/eppure riusciamo a leggerci
I versi di Maggie si fanno urlo nelle ultime pagine della silloge. Strazio lacerante, pace anelata, un destino ostinato che non riesce a vincere. Il passato è cenere che non muore, i ricordi dormienti risorgono senza chiedere il permesso. Le assenze hanno contorni sfumati e la malinconia compone opere inedite nell’anima.
In uno scambio di emozioni, l’autrice dona se stessa all’universo pronta ad accoglierla e a risponderle. L’animo si placa e si desta continuamente, in un vortice assetato e benevolo allo stesso tempo. Esala in un soffio un’altra poesia, Maggie, destinando parole chiare a chi sa di esserne destinatario/a.
Vorrei riportarti/nella curva d’acqua/dove sapevi nuotare/renderti la madre/i tuoi verdi sguardi/mutano nuvole nel petto/sarai tempesta favorevole/nella sete di donna/arido è solo il tempo/nel risarcimento a te dovuto
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“Fiori di corallo” di Maggie, SEED Selvatiche Edizioni Vivere leggendo