Un libro tra le mani

“Solo un ragazzo” di Elena Varvello, recensione: Un libro tra le mani

“Sei solo un ragazzo”…frase che abbiamo detto e sentiamo dire spesso.

 

Frase dai molti significati e dalle mille sfaccettature,  frase che racchiude in sé un mondo complesso e sfuggente, quello dell’adolescenza con i suoi silenzi e i suoi abissi, le sue rivoluzioni e le sue lotte interne.

Leggere questo libro, da madre di un ragazzo adolescente, è stato un duro colpo.

Ha scardinato convinzioni e messo in discussione tante cose, prima fra tutte la capacità di “entrare” davvero nel loro sentire, di comprendere il loro mondo interiore.
Sono straconvinta di essere lontana anni-luce, pur affermando di conoscerlo…

Chi sono i nostri figli?
Quali i loro sogni, i desideri?
Sono davvero il prodotto del nostro lavoro genitoriale?
Oppure, ad un certo punto, seguono percorsi e direzioni che non ci appartengono più e di cui non immaginiamo neanche la meta?

In queste pagine la Varvello ci mostra come una famiglia apparentemente felice, tranquilla, possa sgretolarsi sotto i colpi di un evento inimmaginabile, le cui conseguenze sono state terribili per tutti, in modo diverso per ciascuno, ma ugualmente devastanti. 

C’è l’amore che perdona qualunque cosa, quello che non accetta, quello che prova a capire e si mette in discussione, quello che perde la strada…

Di fronte ad un dolore, ad una perdita di una portata e peso insostenibile, ogni componente (padre, madre e due sorelle) reagisce diversamente, senza poter stabilire quale tipo di comportamento sia giusto o sbagliato.

Non esiste un decalogo della disperazione.
Ognuno cerca la luce dove e come può.
E qualcuno preferisce rimanere al buio…

Solo un ragazzo è…

… il vuoto di chi non riesce a trovare il proprio posto nel mondo.

… l’ombra di un bosco che ha inghiottito tutto, dei suoi rami spezzati e delle foglie calpestate, del suo richiamo sensuale verso una vita lontana dal disagio di dover apparire come non si è.

… menzogne su menzogne.

… “Esco con gli amici”, “andiamo in discoteca”, “mi vedo con gli altri”
Gli altri chi? Quali amici?

… sorriso stampato sul viso, felpa, cappuccio calato sugli occhi, e via verso il se stesso che non può essere, e che non sarà.

Solo un ragazzo è… un ragazzo solo.

“- Che cosa sei?
  – Tuo figlio.”

Non c’è altro da aggiungere.

Storia raccontata a bassa voce, eppure potente come un urlo che squarcia il cielo.

 

“Solo un ragazzo” di Elena Varvello, Einaudi editore. Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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