“Non esisto” di Alberto Schiavone, recensione: Un libro tra le mani
“Non esisto”, di Alberto Schiavone.
Questo è uno di quei libri (e autori) di cui, secondo me, si dovrebbe parlare un po’ di più…
La scena iniziale del libro è cruciale.
Sì, perché segna un confine importante, la linea di demarcazione che è appena stata oltrepassata dalla protagonista, Maria, quella che separa il carcere, alle sue spalle, dal mondo libero, davanti a sé.
Non sappiamo nulla di lei, cosa ha fatto, perché è stata detenuta, per quanto tempo… e forse mai lo sapremo, perché non è questo il punto, non è un romanzo sul carcere, né su come ci si può finire dentro.
É un libro sul dopo, su quello che resta della persona, sullo smarrimento, sulla mancanza di affetti e prospettive.
Rientrare nel mondo.
Quale mondo? … di certo non più quello che si era lasciato.
Ma, soprattutto, chi rientra? … di certo non la stessa persona che era entrata in carcere.
Alberto Schiavone indaga questi cambiamenti e questa ricerca esistenziale con la profondità poetica che lo contraddistingue.
“Certo che uscire in piena estate, caldo d’inferno di afa di insetti, non è l’uscita da ricordare che si vede nei film.
Non c’è nessuno ad aspettarla e nessuno che l’aspetta a casa.
Non c’è la casa.
Non c’è niente.
Che brutto film.
Odio amo rido piango ma non ricordo più come si fa a vivere, la mia vanità ha ormai troppi spifferi e nessuno specchio.
Sono sola.
Non esisto.”
La scrittura è sì molto poetica, ma allo stesso tempo scarna, senza fronzoli, come Maria che parla poco e si perde nei pensieri, la struttura dei brani procede a piccoli passi, una piccola scena alla volta… ancora come Maria, che a poco a poco cerca di trovare una strada, un approdo, dove godere di un po’ di bellezza e magari “provare” anche ad essere felice, solo un pochino.
Ma è difficile tornare a vivere quando per anni sei scomparsa dalla scena, quando nessuno ti vuole, nessuno ti guarda, nessuno si accorge che ci sei di nuovo.
La famiglia ti volta le spalle e sei sola, molto più sola che in carcere… quasi quasi lo rimpiangi.
E allora, in silenzio, profilo basso, cerchi uno spazio per dormire, un lavoro, magari anche qualcuno da amare, ma è come se questa nuova esistenza fosse sempre in bilico, sempre ai margini di qualcos’altro, come se “il presente bruciasse sotto i piedi”.
È faticoso vivere così… e Schiavone ci consegna un po’ del peso di questa fatica, ci chiede di guardare questa donna, di ascoltarla, di capirla, in qualche modo anche di salvarla.
Mi è piaciuto moltissimo.
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“Non esisto” di Alberto Schiavone, Clichy edizioni . Un libro tra le mani.