Un libro tra le mani

“Lettere minuscole” di Ilaria Grando: un racconto in cui precipitare

“LETTERE MINUSCOLE” di Ilaria Grando 

(TerraRossa edizioni)

Un racconto che viene fuori come immagini viste attraverso le fessure delle dita di una mano premute sulla faccia: offuscate, frammentate, disordinate. 

Un racconto che è un vuoto in cui precipitare.

Parole gridate, spezzate, sussurrate, a volte parole solo immaginate.

Parole in rima come filastrocche, che sembrano scritte con leggerezza, ma solo perché rivestono di rossetto le bocche e accarezzano il corpo nudo e sottile dell’amarezza.

Parole come mantra, che ripetono e si ripetono, ancora e ancora, come a volersi avvolgere su se stesse per confondersi e non esistere più, o esistere per sempre.

Ferocia e poesia 

Tutto è intriso di poesia e ferocia, come un corpo sempre sbagliato in un bagno pieno di vapore, come tatuaggi fatti per autocancellarsi, come Nadia che è matta e spedisce le labbra, come tante lettere minuscole che mischiate alle briciole di pane sulla tovaglia danno vita al racconto di un amore ridotto a pezzettini.

Di una ragazza che cerca di venire a patti con un male di vivere che la divora.

Si può vivere una vita intera senza pelle addosso?

Tutti i frammenti di vita della protagonista sono come schegge impazzite che si librano leggere e che, giunte alla fine del loro volo, tagliano.

Diamine se tagliano.

Ma tu sei comunque lì che le raccogli e cerchi di metterle insieme, queste schegge affilate, per dare loro una forma, un senso, inseguendo l’altalena degli stati d’animo, degli incontri, degli strappi, delle fughe e dei ritorni, del buio e della luce.

Anzi, del BUIO e della LUCE… uniche parole maiuscole in un mare di lettere minuscole.

Ed è proprio attraverso questa alternanza di chiaroscuri che si riescono a scorgere sprazzi di una storia, tanto intima quanto disperata.

Ti perderai tra queste pagine.

Finirai per non capire chi, dove e quando, sarai sballottato da periodi tranciati di netto, parole isolate in grassetto, iniziali di nomi che confonderai, luoghi e tempi confusi, parole e immagini che amerai, disagi profusi, vedrai prosa e poesia fare l’amore, abbracciarsi baciarsi e generare dolore.

Troverai borse in tela e oggetti bagnati, coltelli nascosti sotto il lavello, corpi nudi e corpi spogliati, felicità di cui non resta neanche un granello, farmaci per cancellare i rimpianti e tantissimi posti che hanno visto e raccolto di questa ragazza i pianti.

Così intimo e feroce, così insolito e disarmante, “Lettere minuscole” è un libro che forse non ho neanche capito fino in fondo, ma chissenefrega, mi ha commosso e mi ha turbato, mi ha fatto amare le parole… quelle parole che messe in fila sopra un foglio di carta, possono salvare.

Chi le scrive, e anche chi le legge.

 

“Forse l’amore non è altro che questo. Quello che hai, quello che puoi.”

 

Proprio così. 

Quello che hai. Quello che puoi.

 

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“Lettere minuscole” di Ilaria Grando, TerraRossa edizioni . Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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