“L’estate breve” di Enrico Macioci: Il tempo magicamente crudele dell’adolescenza

L’ESTATE BREVE (Enrico Macioci)
(TerraRossa edizioni)

Vogliamo parlare di Enrico Macioci e di quanto io abbia amato il suo “Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia“?
Potrei farlo per ore, perché quando un autore riesce a toccare corde sensibili, ad indagare chi eravamo, chi siamo e dove stiamo andando, con il suo garbo e la sua capacità di introspezione, allora entra a pieno titolo tra i miei autori preferiti.
“L’estate breve” è una riscrittura di “Breve storia del talento“, libro dell’autore pubblicato nel 2015 da Mondadori.
É un testo autobiografico che va a scavare in un tempo magico e terribile, i suoi primi anni adolescenziali, caratterizzati dalla sua passione per il calcio, per la scrittura e per Miriam.
La prima minata dall’arrivo di un ragazzino più bravo di lui, la seconda vissuta come un qualcosa da nascondere, che gli procurava grande imbarazzo tra i suoi coetanei, e la terza, come tutti i primi amori, causa di grandi turbamenti.

Adolescenza crudele
Ci racconta quanto possa essere crudele l’adolescenza con i suoi sogni infantili che sanno di infinito e che vanno ad impattare con una realtà circoscritta, recintata, i primi sconvolgimenti emotivi, i desideri propri di quell’età che entrano in collisione con la vita vera, destabilizzando i ragazzi.
“L’adolescenza è l’età più misteriosa, un buco che ti inghiotte per restituirti diverso.”
É un libro che sa di nostalgica malinconia, quel sentimento che fa male e bene allo stesso tempo.
É come fissare una vecchia foto con la sensazione di precipitarvi dentro… e forse anche un po’ morire, perchè oggi non siamo (quasi mai) quelli che avremmo voluto diventare e siamo morti tante volte quante sono state le volte che abbiamo osato vivere.
“Voglio ricordarmi la gratitudine di esserci, la sazietà del corpo e dell’anima, un’interezza mai più provata, come se tutto fosse perfettamente integro e giusto;
Voglio ricordarmi la voglia, il desiderio, l’amore e l’odio, la lontananza e la fratellanza, il rispetto e il dispetto; le liti; le riappacificazioni; la valle, i dirupi, le vigne, gli orti; la casupola di uno sbandato in fondo al bosco;
Voglio ricordarmi mia madre giovane, mio padre giovane, i miei amici ancora bambini, mia moglie ancora da conoscere, i miei figli ancora da concepire; voglio ricordarmi questo brano che sto scrivendo, in attesa dentro il futuro che è adesso, che è qui; voglio ricordarmi quello che c’era e che non c’è più.”

Tutto ciò che è accaduto durante l’adolescenza rimane lì per sempre, in quel luogo-non luogo dove è difficilissimo tornare senza rischiare di calpestare tutto.
Ma Macioci ci riesce, con la magia della sua penna e il suo talento, tutt’altro che breve, di scrittore.
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“L’estate breve” di Enrico Macioci, TerraRossa edizioni. Un libro tra le mani.



