“La tua bellezza” è un romanzo che apre la mente, che fa guardare oltre…
Ho aspettato diversi giorni, contrariamente al mio solito, prima di scrivere qualcosa su questo libro, ho sentito il bisogno di far sedimentare, ho cercato di capire e fare mio un qualcosa che non mi appartiene, che forse percepisco come troppo lontano dal mio mondo e dal mio sentire…
Ma a volte è necessario forzare le proprie serrature per far entrare la luce e il profumo di ciò che è sconosciuto, è doveroso scardinare qualche pregiudizio per riconoscere la legittimità di una prospettiva diversa.
Odio, conversione e bellezza
All’inizio credevo di trovare, in queste pagine, la storia di un attentato terroristico, a Chicago, ai danni di un liceo femminile islamico, per mano di un uomo bianco, americano, cresciuto nella totale anaffettività e preda di un odio cieco che lo rende esattamente uguale a quegli integralisti che vuole combattere.
In realtà ho trovato soprattutto la storia di una conversione religiosa, della scoperta, da parte di una ragazza figlia di immigrati palestinesi e cresciuta in America al di fuori dei dettami dell’islam, di una serenità interiore generata proprio dall’incontro con le sue radici e con quella realtà culturale che non aveva mai preso in considerazione.
Si è “ritrovata”, ha scoperto se stessa e la forza di una bellezza che non era neanche consapevole di avere, la bellezza di scegliere di essere una donna musulmana.
Scegliere di pregare, di portare il velo come simbolo della propria emancipazione femminile, di guardare in faccia l’odio e il pregiudizio e chiedere: “perché?”.
Il dolore è solo mio
Ho trovato anche la storia di una donna, di una madre, distrutta dalla perdita/sparizione della sua figlia maggiore, infelice all’interno di un matrimonio imperfetto e avvolta dalla solitudine di chi non si sente accolta dal Paese in cui vive.
Una donna che non riesce ad affidare il suo dolore ad Allah, a degli inutili digiuni e a delle vane preghiere, che ha perso anche la più piccola scintilla di fede, che ha scelto di negare il potere di un dio e di reclamare il proprio dolore come qualcosa che le appartiene in modo esclusivo.
“Sono tutti colpevoli. Da quando Nada è andata via, lei si è ripiegata in se stessa, nutrendo il dolore che la svuotava, convinta di soffrire più degli altri.
E non avevano forse fatto tutti la stessa cosa, cementati dentro una perdita comune che non permetteva a nessuno di loro di andare oltre?
Molto tempo è stato sprecato.”
C’è chi scappa, chi si ritrova e chi si perde… all’interno della stessa famiglia.
Un romanzo emozionante che ci mostra la bellezza di quell’islam che ci ostiniamo a non voler guardare, che ci insegna ad avere uno sguardo pulito sul mondo e su tutto ciò che è diverso da noi e da quello in cui crediamo…o in cui non crediamo affatto.
Un libro che ci mostra come, troppo spesso, quel velo che ci fa tanta paura siamo proprio noi i primi ad indossarlo, sugli occhi però.
“La tua bellezza” di Sahar Mustafah, Marcos y Marcos . Un libro tra le mani.