Un libro tra le mani

“La ragazza sul divano” di Jon Fosse: sovrapposizioni temporali

 LA RAGAZZA SUL DIVANO di Jon Fosse

(Einaudi Teatro, 88 pagine, traduzione di Graziella Perin)

Passato e presente si sfiorano, s’incontrano, si guardano in faccia in questa piéce teatrale che definirei “delle sovrapposizioni temporali”.

Tutto è mescolato, simultaneo, impastato in un gioco di specchi e di “spettri” che diventa quasi ossessivo. 

Quanto i turbamenti, le mancanze e le ferite interiori dell’infanzia continuano ad influenzare la vita adulta?

É questa la dimensione che cerca di esplorare Fosse, quel senso di inadeguatezza che persiste, che affonda le sue radici nel passato e che, puntualmente, si ripresenta.

Una donna di mezza età dipinge una ragazza accovacciata su un divano, immagine di se stessa giovane, alle prese con una madre distratta e tendenzialmente egoista, una sorella ribelle e disinibita (che invidia anche un po’), un padre amatissimo che non c’è mai e uno zio che cerca di prendere il suo posto.

Le cose più importanti non possono essere dette

Famiglia disfunzionale e dialoghi asciutti, minimalisti, che paiono sospesi… d’altronde l’autore ha sempre dichiarato che “le cose più importanti non possono essere dette”.

Un testo che genera riflessioni.

Valerio Binasco, da sempre affascinato dalla poetica dell’autore norvegese, ha messo in scena “La ragazza sul divano” al Teatro Stabile di Torino, proprio nel mese di Marzo 2024.

Ho voluto iniziare a conoscere questo autore Premio Nobel da questo testo per il teatro e, devo dire, mi ha affascinato.

 

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“La ragazza sul divano” di Jon Fosse, Einaudi editore . Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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