Libri in pillole

“L’isola del conigli” di Elvira Navarro: recensione libro

Prendete la bussola delle vostre conoscenze letterarie, quella che utilizzate per muovervi all’interno dei romanzi che leggete per rintracciare riferimenti e punti fermi: ora, buttatela al secchio. Perché per entrare nella letteratura di Elvira Navarro è necessario togliersi le scarpe e girovagare senza meta, disorientati e al contempo predisposti a intercettare immagini, suoni, rumori sinistri, ombre e presenze che popolano la narrazione dei racconti della giovane autrice spagnola.

Perché leggere L’isola dei conigli è un po’ come ritrovarsi davanti a uno specchio, dove tutto viene ribaltato nel processo di costruzione della realtà, frammentata allo stesso modo di come viene umanamente percepita. Ecco quindi che entrano in gioco parti del tutto che non ambiscono a essere rappresentative ma che anzi si avvicinano l’una all’altra quasi a voler creare difformità, accostamenti insoliti, sorprendenti, che in alcuni casi appaiono anche poco coerenti: ma è esattamente il modo in cui sperimentiamo ciò che ci circonda, assorbendo solo le parti che richiamano la nostra attenzione ed escludendone pertanto delle altre. E cos’è l’esperienza se non un mosaico di immagini, suoni, odori, sensazioni che quotidianamente mettiamo insieme per creare ciò che poi definiamo la nostra realtà personale?

Tutto questo viene tradotto in questo libro, nel quale la Navarro naviga a vele spiegate tra realtà e fantasia, tra percezione e immaginazione, proponendo racconti che, benché diversi l’uno dall’altro, sono legati da un filo rosso sul quale bisogna camminare in precario equilibrio, senza strutture, senza parametri certi, ma con la predisposizione, appunto, a entrare nel mondo del fantastico e del magico che, a volte, appare quasi più reale della stessa realtà.

“Fratello Maggiore era convinto di udire la voce dei morti, e visitarono tutti i cimiteri di Madrid perché lì, diceva, la connessione era più pura. Passeggiarono per La Almudena, in quello comunale, nell’ebreo, in quello de La Florida, nel cimitero degli inglesi, in quello del Norte, nel Sacramental de San Lorenzo y San José, in quello di Santa María, San Pedro e San Sebastián. In essi, Fratello Maggiore sembrava riacquistare la sanità mentale – la lingua non gli si impastava in bocca, dagli occhi scompariva lo sbalordimento ebete e distante – per dirgli che, se aveva lavorato al Ministero della Difesa, era stato grazie ai suoi poteri di medium, che gli permettevano di sapere dove si ordivano le congiure”.

Ne L’isola dei conigli la Navarro racconta storie di isole popolate da conigli bianchi, di stanze di hotel all’interno delle quali penetrano i sogni degli ospiti che finiscono per confluire in quelli della donna che la stanza la abita, o ancora la misteriosa apertura di un profilo Facebook di una donna tuttavia defunta, ma che sembra continuare a vivere nel mondo virtuale. Insomma, un libro originale, con echi che ricordano il realismo magico di Cortázar, ma rivisto in chiave contemporanea.

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“L’isola dei conigli” di Elvira Navarro, edizioni LiberAria. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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