Dream Book

“Aparecida” di Marta Dillon: recensione libro

A volte, si sbaglia la somma della distanza. Si contano i giorni della scomparsa di qualcuno, a te caro, sino al momento in cui hai una certezza. In quel lasso di tempo, lungo o breve che sia non ha importanza, puoi perdere dei dettagli che lo sconforto ti porta ad ignorare. Ecco allora che la somma dell’assenza parrebbe errata. La tua è una guerra silenziosa di date, di ricordi, di parole sentite e di cenere sulla lingua.

Dal vuoto che contiene solo pensieri passi, poi, ad avere un corpo. O almeno ciò che rimane di esso. E il tuo senso di appartenenza grida da ogni muscolo che torna ad essere più vigoroso. Sapere, finalmente, che hai quello per cui hai lottato, per cui hai perso il sonno finanche a sfibrare la serenità, non ti ripaga di niente perché ogni sforzo fatto per trovare ciò che ha solo un nome è sempre poco per la perdita subita. Sapere però di avere un posto dove quell’assenza si è fatta lapide, loculo, è più di qualsiasi ricordo. La scintilla del senso di appartenenza ti infiamma e ti riscalda. È come una sorta di calmante perché dopo che la tua esistenza è stata spaccata dalla speranza e dal vuoto, riaggiusti il respiro avendo portato l’ordine delle cose al loro posto. La distanza si restringe fino a scomparire del tutto, l’assenza resta nella quotidianità, ma la memoria di quel nome che appartiene alla tua famiglia supera gli orli dell’amore.

In Aparecida di Marta Dillon segui il travaglio emotivo della protagonista che cerca sua madre, una desaparecida. Dopo oltre trentaquattro anni ha un punto fermo: alcuni resti, frammenti ossei. Gli accertamenti antropologici portano a delle certezze. Sono schegge di vita che ti sono rimasti attaccati alla pelle come lapislazzuli. Ha smosso acque, hai attraversato terre, ha anche grattato ogni piccolo pensiero per arrivare sino all’osso della questione. Ed ossa le sono tornate per non fermare il tempo, per avere ciò che le apparteneva dalla nascita.

Fluida la scrittura. Autobiografia e cronaca dei fatti ne fanno un libro dalla narrazione autentica. Gli anni bui e brutali dell’ultima dittatura argentina sono tracciati con la compostezza di chi ha indagato, cercato e trovato giustizia.

Aparecida” di Marta Dillon, edizioni Gran Vía. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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