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“Vincoli” di Kent Haruf: recensione libro

Non puoi avere una seconda volta se la prima non c’è stata.

Mi sembra ancora di averlo sotto le scarpe, il terreno arido di Holt. All’orizzonte vedo i campi di yucca e grano sotto il sole impietoso di agosto. Gente semplice quella di Holt ma dalle storie che ti entrano sotto la pelle.

Sì, perché una volta che avrai guidato il furgone sulle strade sterrate, in mezzo alla campagna; una volta che avrai assaggiato la birra della taverna, ballato un Tennessee Waltz e ascoltato le sue storie, non potrai più fare a meno di tornarci, a Holt.

Vincoli è il romanzo d’esordio di Kent Haruf uscito negli Stati Uniti nel 1984. Pubblicato in Italia da NN Editore nel 2018, è il libro che dà vita a quel microcosmo di storie che è Holt, una cittadina immaginaria del Colorado.

La storia inizia in una primavera del 1977. Edith Goodnough, ormai ottantenne, giace in un letto di ospedale mentre un poliziotto sorveglia la sua stanza. Qualche mese prima un incendio ha distrutto la casa dove la donna anziana abitava con il fratello Lyman. La vicenda dei due fratelli è narrata da Roscoe Sanders, loro vicino di casa. Tutto comincia nel 1906 quando Roy e Ada, genitori di Edith e Lyman, arrivano a Holt in cerca di terra e fortuna. Dopo la prematura morte della madre, i due ragazzi rimangono in balia del padre Roy, un uomo dispotico e insensibile, che segnerà drammaticamente il loro destino.

La narrazione ha tratti diversi rispetto alle opere successive di Haruf. Il linguaggio nei suoi romanzi diventa progressivamente più essenziale e schietto, per raccontare senza descrivere. In questo risiede la grande potenza comunicativa ed emozionale della sua scrittura. In Vincoli troviamo uno stile più descrittivo, che ben si spiega se consideriamo che l’autore ci porta per la prima volta a Holt. Maggiori sono i dettagli e maggiore è la libertà espressiva, libertà che un esordio può concedersi.

Kent Haruf scava dentro l’animo umano, mostra la cattiveria cui l’uomo può tendere quanto la tenerezza disarmante di cui può essere capace. Una narrazione stratificata, impregnata di crudo e lucido realismo, privo di giudizio.

I personaggi sono disegnati ad arte. Ognuno è un universo tridimensionale, con la propria storia, la propria psicologia, le proprie scelte e motivazioni. Tutti a loro modo subiscono le durezze e la crudeltà di quei tempi da pionieri, in un’America rurale dove un codice di comportamento indiscutibile, legato alla terra e alla famiglia, non lascia tregua alla felicità, sacrificata in virtù del dovere e del rispetto.

Certo che non è giusto. Niente in questa faccenda è giusto. La vita non lo è. E tutti i nostri pensieri su come dovrebbe essere non servono a un cavolo, a quanto pare. Tanto vale che tu lo sappia subito.

Nel romanzo non compaiono discorsi diretti, tutte le conversazioni le “ascoltiamo” riportate dalla voce narrante di Sanders Roscoe, l’assenza di punteggiatura in queste parti enfatizza il parlato, il registro della narrazione: quello di un contadino di Holt. Questi aspetti conferiscono fluidità alla storia e al tempo stesso infondono credibilità e realismo: si ha l’impressione di essere seduti a un tavolo dell’Associazione veterani di Holt, mentre Sanders ci racconta la storia dei Goodnough davanti a una birra.

Diversi aspetti e tematiche intrigano il lettore. La cornice vagamente noir con cui si apre e si chiude il romanzo: una signora anziana, del tutto inoffensiva che si trova moribonda su un letto di ospedale, piantonata da un poliziotto. L’epica della colonizzazione del west e la vita di Edith, che assieme a quella della madre, ci racconta una parte importante della storia dell’emancipazione femminile del Novecento.

In Vincoli Kent Haruf mette sul piatto la questione della felicità: è un diritto, un dovere? La si può tenere? Se sì, per quanto tempo? Sembra quasi che una risposta a tutto ciò sia un lusso concesso solo a chi trova la forza di andare via per sempre. Chi rimane o chi torna è indissolubilmente legato al destino di quella terra impietosa che è Holt.

Vincoli è una storia dal sapore del grano, dal colore del cielo stellato d’estate. Un romanzo che odora di terra, polvere e sangue, di destini ineluttabili. Un romanzo che ci pone di fronte alla crudeltà della vita ma che al tempo stesso e con la stessa schiettezza, ci spalanca le porte della libertà.

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Vincoli di Kent Haruf, NN Editore. The Wee Small Blog.

Mariangela Cofone

Book Blogger, Book Influencer e Social Media Manager. Founder di The Wee Small Blog. Ti parlo di libri che emozionano.

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