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“Ripetizione” di Vigdis Hjorth: recensione libro

La ripetizione può essere una gabbia dalla quale diventa difficile fuggire. Una catena dalle cui maglie può sembrare impossibile divincolarsi. Ma può esserci una falla nel meccanismo. In questo continuo déjà-vu, un’anomalia del Matrix. La ripetizione può diventare al tempo stesso uno strumento epistemologico, che permette di guardare, riguardare, vivere e rivivere il ricordo. Ogni loop, apparentemente uguale a se stesso, ci offre l’opportunità di scoprire le differenze, e forse quel dettaglio, che inizialmente potrebbe sembrare insignificante, può rivelarsi la chiave per la liberazione. Rivisitare il passato, non per rimanervi intrappolati, ma per liberarsene.

Avere sedici anni, un mondo e un corpo da scoprire e un segreto che non si conosce. Avere sedici anni e una madre ossessionata da una figlia che diventerà donna. Avere sedici anni e non ricordare – perché rimosso – che la propria storia non è quella che ci siamo sempre raccontati. Che un non detto si agita dentro di noi – il corpo registra, il corpo ricorda, a scapito della nostra mente che vuole dimenticare, non guardare laddove l’abisso è troppo profondo e fa paura.

Ripetizione di Vigdis Hjorth (Fazi Editore) è una storia intima, lacerante nella sua dirompenza, specchio e finestra verso l’interiorità. La rievocazione ossessiva di un passato che, giorno dopo giorno, mostra fra le sue crepe tracce di verità perdute, per farsi nuovo orizzonte, rivelazione dell’indicibile e riappacificazione con quella parte di sé  che è stata negata. Ma se ciò che pensiamo e immaginiamo può avere un significato maggiore di ciò che è reale, cos’è davvero reale? Ciò che ci tormenta nei sogni può essere il sussurro dell’inconscio che sa ciò che noi non sappiamo più o che abbiamo scelto di non sapere, per proteggerci da una verità che è insostenibile.

Ad ogni rievocazione affiora un segno dagli abissi del trauma. Bisogna sapere individuare quei segni. Essere acuti osservatori. Aprire il vaso di Pandora non è per tutti. Non sarebbe per nessuno. Eppure c’è chi rompe il sigillo, supera quel limite segnato dallo spirito di sopravvivenza. L’ignoto è la destinazione ultima, ma anche la riappacificazione con i propri demoni.

La scrittura di Vigdis Hjorth è una lama affilata che taglia fuori tutto ciò che è superfluo, lasciando solo l’essenzialità del soggetto che si apre in un dialogo segreto, urgente, autentico, crudo, nudo e senza più nascondigli – non servono più – indifeso. Senza scampo dalle sue stesse rivelazioni. Lo stile viene travolto dalla furia di un flusso di coscienza assetato di verità. Ricordi, frammenti di voci, gesti, sguardi, parole emergono da un passato obliato che riaffiora in superficie, boccheggiante. I segreti si sciolgono al calore del desiderio di vita.

Scoprire. Guardare. Accettare. Rivelare. E allora la ripetizione non incatena più, ma si trasforma in una rinascita, dove la scrittura si incarna in salvezza. Una storia che ferisce, che può riaprire ferite, ma che sa anche rimarginarle. Per sempre.

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Ripetizione di Vigdis Hjorth, Fazi Editore. The Wee Small Blog.

Mariangela Cofone

Book Blogger, Book Influencer e Social Media Manager. Founder di The Wee Small Blog. Ti parlo di libri che emozionano.

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