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“Super Mario: Tutto iniziò con Mario”

Questa non ve l’aspettavate, eh? Non credo di averlo mai detto in queste pagine, ma le prime cose che ho scritto online riguardavano i videogiochi. La mia carriera nel settore è stata fulminante, e in pochi anni mi sono ritrovato a scrivere per quello che è ancora oggi il più grande sito di videogiochi italiano. Va detto che i primi duemila erano anni da pionieri e ci voleva poco a farsi notare in quella sparuta folla. Poi sono passate le stagioni e ho scoperto alla fine mi piaceva più scrivere che scrivere di videogiochi. Super Mario, invece, non mi ha mai stancato!

Tutto iniziò con Mario

Super Mario - Tutto iniziò con Mario - Recensione Libro
Videogiochi Leggendari
Super Mario – Tutto iniziò con Mario

Tra i vari regali di un amico c’è stato anche questo volume, titolo di esordio di una collana che tratta della storia dei videogiochi. Il primo numero è dedicato al personaggio più famoso di questo mercato miliardario, ovvero Super Mario.

Il sottotitolo “Tutto iniziò con Mario” si riferisce sia alla consacrazione di Nintendo, sia al rilancio di un mercato che stava già vivendo negli anni 80 un periodo di crisi. Curioso scrivere queste righe proprio nell’annus horribilis dei videogiochi moderni. Le chiusure e i licenziamenti sono all’ordine del giorno e gli editori si stanno ristrutturando per non perire sotto costi di produzione insostenibili. Ma questa è un’altra storia.

Tornando a noi, ha senso di esistere questo libricino? Beh, qualcosa che prova a diffondere la cultura che c’è dietro ai videogiochi male non può fare. Il progetto tuttavia rischia di non raggiungere le sue intenzioni dal momento che non ha focalizzato bene il target a cui rivolgersi.
Poteva essere l’occasione di arrivare alla gente comune, curiosa ma ancora lontana dal medium, invece questo volume si rivolge proprio ai giocatori. Si capisce dai termini usati. Se ad esempio parlo di scrolling laterale a chi non ha mai preso un joystick in mano, dubito fortemente che riuscirà a capirmi. È vero che i termini tecnici vengono spiegati nelle note, ma si poteva fare tutto in maniera più organica, parlando a un pubblico più eterogeneo.
Anche perché i giocatori, specie quelli più appassionati, conosceranno già le storie che si celano dietro queste pagine. Storie interessanti sicuramente, soprattutto quando l’autore cerca di codificare la personale visione dei videogiochi di Nintendo, ormai rimasta un’anomalia nel panorama del mercato, isolata da una parte e centrale dall’altra. Isolata perché è una delle ultime aziende rimaste a trattare il videogioco principalmente come un gioco (il resto dell’industria rincorre il primato tecnico, il fotorealismo e l’ispirazione cinematografica) e centrale perché ancora una volta il suo ruolo e le sue vendite milionarie, restano determinanti per la tenuta del mercato.

Enciclopedico ma non troppo

I primi passi in Super Mario Bros
I designer sono stati capaci di insegnare quasi tutte le regole del gioco nei primi passi di Super Mario

Il volume fa una rassegna dei principali giochi di Mario, e ne sono stati pubblicati tanti. Ne racconta gli sviluppi, da quali esigenze sono nati e perché hanno preso la forma che hanno avuto. Ogni tanto c’è qualche piccola imprecisione che noterà solo un fanatico e che non sposta di nulla l’obiettivo della collana. C’è anche qualche svista tipografica, ma pure qui niente che non si trovi nell’editoria più classica e la pubblicazione nel complesso è più che dignitosa. Stesso discorso vale per l’impaginazione: i videogiochi sono soprattutto immagini e ogni capitolo dedicato a un gioco è impreziosito da diverse schermate dei giochi trattati. Da un lato le foto forniscono elementi concreti al lettore, dall’altro rafforzano le tesi dell’autore, il giornalista spagnolo Salvador Fernàndez Ros.

Ad ogni modo, più che alla forma bisogna badare al contenuto. Al modo in cui riesce a mettere il videogioco sotto una nuova luce, perché è facile vedere solo tasti da premere. Questo “Tutto iniziò con Mario” a volte lo fa perdendosi in superflue descrizioni di storie e ispirazioni, altre volte centrando il punto della rivoluzione.
Il volume si occupa sia dei principali titoli di Super Mario (quelli in cui si salta), sia di quelli che fanno uso del personaggio ma sono di tutt’altro genere. Uno su tutti Super Mario Kart, un gioco di corse dove si guidano Go Kart. Quando è il caso racconta dei retroscena che hanno portato al risultato. Il più famoso riguarda la primissima apparizione di Super Mario, quando non aveva ancora il suo nome. Riguarda l’intuizione del suo ideatore Shigeru Miyamoto, che sarebbe diventato poco dopo lo Steven Spielberg dei videogiochi. È accaduto tutto perché in Nintendo avevano i magazzini pieni di cabinati invenduti. I cabinati sono quelle diavolerie che si ergono maestose oltre lo sgabello nelle sale giochi. Potrei parlare al passato, ora sono più rari della cabine Telecom. Nintendo, reduce da un bel flop, aveva bisogno di riciclare quelle macchine, riprogrammandole nel modo più efficiente possibile. Non c’era la consapevolezza di creare qualcosa di memorabile, nessuna ambizione in ballo, solo l’esigenza di pubblicare un videogioco a basso costo che avesse permesso di recuperare gli investimenti già fatti. Se di scommesse vogliamo parlare, forse l’unica è stata quella di puntare su un giovane grafico appena arrivato dall’accademia, e senza nessuna esperienza di programmazione e videogiochi.

Oltre a questi utili aneddoti, ci sono i numeri che ripercorrono la storia. Le vendite, il conto delle uscite divisi per genere e data di pubblicazione, la valutazioni della stampa. E tornando a parlare di ideazione, ci sono delle brevi schede su chi questi giochi li crea. Rilevante perché sono proprio queste persone che danno vita al gioco come lo abbiamo visto, che lo hanno plasmato secondo la loro visione e comprensione.

Ciak, si gira

Shigeru Miyamoto - Il papà di Super Mario
Shigeru Miyamoto – Il papà di Super Mario

Pensate a quante figure conoscete per i film: il regista sicuramente, gli attori, il compositore, il montatore, lo scenografo, il direttore di fotografia, il costumista. Potrei andare avanti ancora per molto ma visto che ci troviamo in un sito che parla di scrittura chiudiamo citando per ultimo gli sceneggiatori.

Se vi chiedessi invece chi è che sviluppa i videogiochi probabilmente riceverei come risposta “i programmatori”.
I programmatori sono certamente fondamentali ma in fondo alla catena di sviluppo.
I game designer (dopo cinquant’anni non esiste ancora una traduzione per un ruolo paragonabile a quello del regista), sono quelli che il gioco lo pensano. Immaginano l’ambientazione, il tipo di storia, il genere (non letterario ma di gioco, come sportivo, azione, avventura, rompicapo), lo stile grafico, e le regole. Lo pensano, ne fanno un prototipo e se lavorano dentro la compagnia lo propongono ai piani alti sperando di ricevere l’approvazione per lo sviluppo. Se invece sono indipendenti andranno a caccia di un piccolo o medio editore. C’è anche il caso un cui si cerca di rimediare i fondi in autonomia grazie a campagne di crowdfunding, ma sto divagando di nuovo.

Ci sono gli artisti che lavorano alla grafica sia su carta che in 3d, i modellisti che animano le figure al computer, i programmatori, e finalmente sì, le figure che coincidono con quelle che del cinema. Parlo degli scrittori, i compositori, i doppiatori. Ogni tanto questi due mondi si toccano: sapevate che Hans Zimmer ha composto diverse colonne sonore per i videogiochi? E che Michael Gioacchino (pupillo di J.J. Abrams, e ora ai vertici di Hollywood insieme ai suoi più stimati colleghi) ha cominciato con i videogiochi? Sapevate che Luca Ward ha dato la voce a un personaggio scritto da Tom Clancy proprio per un videogioco?

Una figura che invece vi potrebbe creare curiosità è quella del tester. Un intero team di tester, in realtà. Sono quelli che il gioco lo provano durante le varie fasi di sviluppo per farne emergere i difetti sia di programmazione che di progettazione. La regola è che più persone provano un software e più difetti saltano fuori. E gli sviluppatori da soli, che ragionano nelle regole che loro stessi hanno creato sono come ciechi di fronte al software che hanno programmato. È un po’ come mancare i refusi delle cose che avete scritto).

Ancora un’altra poi smetto

Uno degli ultimi capitoli di Super Mario uscito nel 2017 per Nintendo Switch.

Questa lunga (e spero interessante) digressione era per ricordare che grazie alle schede sulle persone che questi videogiochi li hanno plasmati, scoprirete come sono nate le musiche, le idee, le storie, e il modo in cui ogni cosa abbia portato a quella successiva.

Arrivati alla fine sono due i grandi dubbi su questo progetto editoriale. Il primo è spudoratamente economico. Sono previste 60 uscite per un costo totale oltre i seicento euro acquistandole in edicola. L’abbonamento che stralcia il prezzo a circa un quarto del totale nel momento in cui scrivo è sospeso. Il secondo invece, riguarda il linguaggio. Negli anni la stampa di settore ha generato sé stessa. I redattori scrivono tutti allo stesso modo, usando gli stessi calchi e gli stessi canoni. Sono nati espressioni e schemi che col tempo sono diventati trappole. Ho smesso di scriverne anche per questo. Leggere di videogiochi fa l’effetto di ascoltare l’intervista di un mister o di un calciatore. Tutto preconfezionato.

È un problema comune a tanti circoli chiusi e lo scopo di operazioni come questa dovrebbe essere aprirsi a un nuovo pubblico e non cercare di espandere il proprio. I quotidiani più diffusi pubblicano rubriche che di tanto in tanto parlano degli ultimi videogiochi usciti, e vi assicuro che leggere di videogiochi da chi un po’ ne mastica ma non scrive su una rivista specializzata è uno dei più grandi balsami per questa industria che fa ancora fatica a trovare la sua dignità. Per lo meno abbiamo scoperto che in Spagna soffrono le stesso problema.

Collana Videogiochi Leggendari – “Super Mario: Tutto iniziò con Mario” – Edizioni RBA. Malditesto.

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