Libri in pillole

“Quel fantastico giovedì” di John Steinbeck: recensione libro

Ogni volta che arrivo alla fine di un romanzo di Steinbeck e sfoglio l’ultima pagina mi rimane sempre addosso una grande malinconia. Perché so già quanto faticherò a ritrovare in altri libri quella naturale sensazione di vicinanza alle vicende del popolo e degli emarginati, quel protagonismo che l’autore californiano riconosce agli antieroi della storia statunitense senza scadere nel patetico o nel pietismo.

So che mi mancherà leggere e avere la continua percezione di quel forte cameratismo che emerge dai romanzi di Steinbeck, che presenta piccole comunità unite che costituiscono una sorta di cooperativa della lotta per la sopravvivenza, un gruppo che per difesa agisce in sinergia perché le materie prime scarseggiano, perché non ci sono denari a sufficienza, perché l’unica risorsa a disposizione è l’inventiva.

Una formula vincente, perché quando non si hanno risorse bisogna affinare l’intelletto per risolvere le questioni: la scaltrezza, infatti, è la principale virtù di Mack e compagni, lo stesso gruppo di svitati che abbiamo conosciuto leggendo Vicolo Cannery. Con Quel fantastico giovedì torniamo esattamente a Monterey, California, lì dove avevamo conosciuto gli straordinari personaggi che popolano il Palace Flophouse e la cittadina californiana della metà del ‘900.

Sono passati alcuni anni dal romanzo Vicolo Cannery (Quel fantastico giovedì è il sequel), in mezzo c’è stata una guerra che ha cambiato tante cose. A partire dall’umore di Doc, rientrato dal campo di battaglia decisamente più scuro in volto. E se in Vicolo Cannery il progetto di Mack e compagni era quello di festeggiare il compleanno del biologo, questa volta li troviamo alle prese con un compito più difficile: risollevare il morale del migliore amico di tutti, Doc, un vero e proprio pilastro attorno a cui ruota la vita sociale di Monterey. Ma questa volta c’è anche una novita: l’entrata in scena di Suzy, giovanotta frizzante che porterà una ventata di freschezza col suo caratterino irriverente e propositivo.

Quel fantastico giovedì è un altro piccolo capolavoro di Steinbeck, un romanzo in cui lo spirito di fratellanza della comunità di Monterey continua a essere contagioso e che come sempre, quando arriva il momento di congedarsi dalla meravigliosa e marginale comunità californiana, lascia addosso un dolce sentimento di affetto e nostalgia.

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“Quel fantastico giovedì” di John Steinbeck, edizioni Bompiani. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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