La questione cubana è stata affrontata tante volte e in tanti libri, dal punto di vista politico, sociale, culturale e anche internazionale, essendo l’isola una vera e propria rarità per ciò che riguarda il sistema politico, grazie alla coraggiosa battaglia contro il sistema capitalista e imperialista statunitense che Cuba intraprese nel 1959 (e che valorosamente continua tutt’oggi) con la Revolución di Fidel Castro.
Ma raramente la letteratura si è soffermata su un aspetto chiave della Revolución: qual è il reale impatto che la dottrina marxista ha avuto, e continua ad avere, sulla vita quotidiana dei cubani? Come e in che modo il socialismo si insinua nei pensieri, nei comportamenti e nelle abitudini di coloro che a Cuba ci sono nati e ci vivono?
“È un po’ complicata la questione delle abitudini. Ognuno ha le proprie e sembra che a volte non coincidano. Non so cosa bisogna fare in queste situazioni, non mi sono mai sposata prima d’ora. Ernesto è quello che sa tutto, ha già un matrimonio alle spalle ed è stato professore di marxismo: è logico che tra i due sia lui l’esperto. Magari poi è più semplice di quello che immagino. Io ho la mania dell’ordine e della pulizia, mentre lui propende per il disordine, mette in subbuglio tutto quello che io sistemo. Non trovo mai le forbici, le usa e non le rimette al loro posto. Usa il mio rasoio. Non lo ha portato e inizialmente ho pensato che non fosse un problema condividere il mio. Ma adesso si lamenta quando io mi depilo perché la lama si rovina e lui si taglia il viso”.
Marx e i miei mariti di Lourdes de Armas è un libro che racconta una Cuba come non l’avete mai vista prima d’ora: perché l’autrice, attraverso la voce della protagonista Maddy/Lucía, non si perde in giri di parole, ma ci porta esattamente al centro della quotidianità cubana caratterizzata dalla presenza del marxismo, che si respira nelle strade, che deve essere osservato nei luoghi di lavoro, che viene perennemente ricordato dai manifesti che tappezzano le strade.
“Quando finirò i miei studi sarò una professionista e guadagnerò soldi a sufficienza per avere una vita confortevole. Anche se, secondo il marxismo, i soldi non sono importanti, sono solo un semplice riconoscimento morale. Neanche la famiglia lo è. Non si devono anteporre gli interessi personali a quelli sociali. La società prima di tutto. Bisogna pensare in modo collettivo, non individualista. Mi attrae l’uguaglianza. Non sopporto la discriminazione. Su questo concordo con il segretario del Partito. In realtà il marxismo non è così odioso come pensavo”.
E i cubani come vivono questo continuo richiamo all’ordine? È proprio questa la risposta che Lourdes de Armas prova a dare nel suo romanzo, evidenziando l’imperfezione umana davanti all’ideologia, le contraddizioni tra la vita teorica e quella pratica, la distanza, sempre più considerevole, tra i principi fondamentali che strutturano la coscienza dei cubani e le esigenze quotidiane che obbligano a una reazione pragmatica davanti agli ostacoli da superare.
Un libro scritto con uno stile semplice ma efficace che con ironia, leggerezza ed estrema precisione, offre una visione decisamente innovativa e alternativa della realidad cubana.
“Marx e i miei mariti” di Lourdes de Armas, edizioni Pessime Idee. Libri in Pillole.