Libri in pillole

“Il sale della terra” di Jeanine Cummins: recensione libro

Nel 2017, lungo il confine tra gli Stati Uniti e il Messico, moriva un migrante ogni 21 ore. Inizia così la nota dell’autrice a “Il sale della terra”, romanzo che si propone come una sorta di documentazione del viaggio clandestino intrapreso dai migranti latinoamericani per fuggire dai loro rispettivi Paesi. L’obiettivo è raggiungere El norte, ovvero mettere piede sul suolo statunitense che, per alcuni latinos, è sinonimo di salvezza.

Il sale della terra di Jeanine Cummins

Perché sebbene il tragitto per arrivare alla meta sia impervio, sebbene siano in tanti i migranti a cadere lungo il cammino, esistono Paesi nei quali non c’è possibilità di scelta: se si vuole sopravvivere è necessario partire, lasciare la propria casa, le proprie cose, i propri affetti e lanciarsi in una vera e propria missione ai limiti del possibile. Significa infatti rischiare la vita per salire in corsa sui treni merci, significa scendere a patti con i cartelli che controllano la tratta dei migranti, significa dover corrompere ed essere pronti a essere corrotti, significa ridurre in polvere la propria dignità pur di riuscire a raggiungere l’agognata destinazione. Recidere qualsiasi legame con la dignità: è questo ciò che si chiede al migrante, perché la sua disperazione pesa come un macigno sul piatto della bilancia, che dunque pende dalla parte di chi è pronto a trarre profitto dalle disgrazie altrui.

“[…] Luca comincia a capire che è questa la cosa che accomuna tutti i migranti, è questa la solidarietà che esiste tra loro nonostante arrivino tutti da posti diversi e situazioni differenti, chi dalla città chi dalla campagna, chi di classe media chi povero, chi colto chi analfabeta, salvadoregni, honduregni, guatemaltechi, messicani, indigeni, ognuno di loro con una storia di dolore da trasportare su quel treno e poi ancora più lontano, nel norte“.

Ne Il sale della terra i protagonisti sono Lydia e Luca, madre e figlio costretti a fuggire da Acapulco: hanno alle calcagna un cartello messicano che dopo aver sterminato la loro famiglia come ritorsione per l’attività giornalistica del padre è ora alla ricerca degli ultimi due sopravvissuti per completare l’opera. Devono salvarsi e per farlo cercano di mettere più km possibili tra loro e il cartello messicano, che può però contare su affiliati lungo tutto il Paese.

Un libro appassionante, carico di tensione, di imprevisti, di dolore, che, seppur con una visione americanocentrica e piuttosto romanzata della migrazione latina negli States, ricostruisce le sofferenze di chi è costretto a intraprendere viaggi non della speranza ma della disperazione, i più fortunati per cercare fortuna economica in terra statunitense, gli altri, invece, per non finire risucchiati nella morsa della violenza locale, che in alcuni casi, significa praticamente morte certa.

Il sale della terra” di Jeanine Cummins, edizioni Feltrinelli. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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