Libri in pillole

“Il gemello” di Luis Gusmán: recensione libro

Ci sono libri che possono essere definiti lineari per quel che riguarda la costruzione dell’intreccio, e libri che invece colpiscono più che per la storia in sé per la struttura e la sintassi: Il gemello di Luis Gusmán appartiene senza dubbio a questa seconda categoria. Perché benché breve è un romanzo caratterizzato da una scrittura caotica, “fortemente caratterizzata dall’oralità”, che inchioda il lettore a seguire il non facile incubo all’interno del quale nuota, quasi come fluttuando nell’aria, il protagonista.

Come segnalato da Ricardo Piglia nella postfazione, Il gemello è “un romanzo poliziesco nel quale l’assassino, la vittima, il detective e il narratore sono la stessa persona”. Perché un gemello è stato ucciso, e l’altro, il sopravvissuto, incolpato del crimine. Ed è per questo che cerca di ricostruire ciò che è stato, in un tentativo di ritornare lì dove tutto ha cominciato a disintegrarsi, lì dove padre e madre hanno generato vita ma al contempo anche morte.

Il gemello di Luis Gusmán non è un libro di facile lettura, ma un romanzo che richiede attenzione e partecipazione attiva da parte del lettore. Perché l’autore argentino di origini italiane gioca con gli specchi come quelli del luna park, in cui “ogni personaggio indossa la maschera illusoria di un doppio che, invece di occultare la sua somiglianza, la riconosce”. Da menzionare l’ottima traduzione di Loris Tassi, che ha reso alla perfezione in lingua italiana un testo senza dubbio molto impegnativo.

“Il gemello” di Luis Gusmán, edizioni Arcoiris. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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