«Mentre ero al telefono con mia sorella ho disegnato su un foglietto il promontorio, la scogliera, bassi pini intrecciati dal vento. «Quanta vita può esserci in un’assenza», ho scritto sotto».
La trama
La vita di Delia, rimasta sola con due bambini, corre veloce. A fermare lo scorrere di un «chiasso in cui il mio dolore dormiva» e dove l’esistenza e il corpo sono incapsulati in notti insonni e chili in eccesso, è la presenza di un uomo all’angolo di un trafficato crocevia, il suo mistero. Ogni giorno Delia passa di lì, ogni giorno lo vede fermo, in piedi, a fumare una sigaretta dopo l’altra. «L’ho soprannominato l’uomo-pinguino per la sua corporatura compatta, con il grande ventre che parte dallo sterno e si estende pacifico fino all’inguine. I pinguini […] hanno la straordinaria capacità di attendere all’infinito la schiusa delle loro uova. Calmi, imperturbabili».
L’appuntamento quotidiano con quell’uomo elegante all’angolo di una provinciale, nei giorni dell’estate, rompe in un dialogo lo spazio dello sguardo e diventa un modo per dare voce a un’altra sé, per restituire il suono a parti seppellite sotto strati di tempo pieno e vuoto.
Attraverso passaggi incuriositi, dolorosi e vitali, Delia ricontatterà dentro di sé il ricordo della madre, la scomparsa del compagno, la propria femminilità dimenticata per anni, mentre la relazione con l’uomo-pinguino germoglia, cresce, diventa respiro in un percorso che condivide narrazioni, ricordi e fantasie, fino a preparare i semi di una nuova esistenza.
“Delia o un mattino di giugno” di Margherita Loy: recensione libro
« L’assenza dell’uomo-pinguino stamattina ha riacceso in me quella rabbia. Mi rimprovero di aver ceduto
all’illusione, di aver creduto che lui potesse occupare
qualche posto nella mia giornata».
Un libro delicato, una storia che racconta una donna e tante donne insieme. Un sentimento capace di germogliare fuori e al di sopra di ogni contatto fisico.
Delia e l’uomo pinguino, trasposizione ideale dell’animo umano nelle sue sfaccettature. Lui aspetta, racconta, fumano insieme sul bordo di una strada dove il passare delle altre automobili è solo rumore di sottofondo.
L’uomo pinguino è un medico, lui racconta, racconta di sé e della sua vita dell’amore perduto e della donna che gli ha insegnato a raccontare le storie donando poco a poco a Delia la voglia di riprendere in mano la sua di vita. Un racconto delicato e toccante, un gioiello di rara eleganza che fa riflettere sul valore dell’assenza, del silenzio. Del tempo condiviso con le persone che abbiamo vicino.
Lei, una donna in sovrappeso e di mezza età, sempre vestita di blu scuro, si apre al nascere di un sentimento per lui, uomo anziano, compassato e ben vestito. Lui, attende sul ciglio della strada ogni giorno.
Un libro che si fa leggere a bassa voce, caldo come una carezza e leggero come una fiaba. Una scrittura delicata che ci accompagna nella vita di Delia con il pudore e il rispetto che una donna come lei merita. Che tutte le donne come lei meritano.
Il passare del tempo, scandito dalla pioggia o dal sole cocente che i due condividono su quella strada, immaginario confine tra la Delia libera e quella che deve lavorare, occuparsi dei figli, sopportare l’assenza di Fosco.
«Ho accolto questo sentimento che mi lega a lui così come un cane si affeziona a un padrone vagabondo e senza dimora; mi nutre e mi basta».
Biografia dell’Autore
Margherita Loy – Scrittrice. Nata a Roma, vive nella campagna lucchese. Ha pubblicato per l’editore Gallucci libri di arte per bambini e, per i tipi di Atlantide, Una storia ungherese (2018), La dinastia dei dolori (2020) e Dio a me ha dato la collina (2022). È in uscita per Hopefulmonster Tutto quel che resta. Tre racconti.
“Delia o un mattino di giugno” di Margherita Loy, Editore Barta a cura di Lib(e)ri di leggere.
Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The BookAdvisor.