Bastarde Disperate di Dahlia de la Cerda è una serie di racconti crudi, destabilizzanti e polifonici collegati tra loro grazie al gioco stilistico che ci mostra i personaggi sia come protagonisti che come comparse in altre storie.
[…] “Della faccenda estetica me ne sono occupata: a ventidue anni ho già all’attivo un fottio di operazioni chirurgiche. Tutto quello che vedi è operato perché è chiaro che a me i soldi non mancano. Ha pagato tutto il mio fidanzato. Siamo stati a Dubai, in Francia, Egitto, Canada, Giappone e altri cinquanta paesi che ormai non ricordo. Trovi le mie foto su Instagram. Sempre in prima classe, a fare shopping, con eccesso di lusso. Il mio fidanzato è uno splendido. L’unica cosa che non mi ha dato, e che per me era la più importante, è la testa di quel figlio di puttana che ha ucciso la mia amica.” […]
In conclusione Bastarde disperate è un’antologia straziante scritta con linguaggio di strada in cui si incrociano una serie di slang polifonici con variazioni idiomatiche a seconda della collocazione geografica: linguaggi violenti, vendicativi, crudi ed incandescenti, il tutto caratterizzato, tuttavia, da un marcato e macabro umorismo che è a tutti gli effetti una sorta di fil rouge con un certo tipo di letteratura messicana del secondo Novecento. Tra i migliori libri degli ultimi anni.
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“Bastarde disperate” di Dahlia de la Cerda, edizioni Solferino. Latinoamericana.