Metarecensione.
Breve…
Undici anni.
Troppo breve…
Non poi così breve.
Breve come un battito di ciglia…
Maria, “breve”, in un paese che vede sorgere il sole alle undici e cinque e tramontare alle quindici e quindici, dev’essere un “breve” davvero breve per essere breve, e oltretutto, undici anni sono un’entità di tempo non trascurabile per un matrimonio.
L’eccezione
D’accordo, la smetto di dialogare con un personaggio che non è nemmeno mio e che non sono nemmeno in grado di consolare. Eppure spiace vedere María così, vedere il suo di battito di ciglia, un battito che pare voler cancellare dalla retina l’immagine del suo matrimonio che esplode come i fuochi d’artificio in una gelida notte di capodanno a Reykjavík. Una notte in cui Flóki se ne va con Flóki e mette fine a un’eccezione durata undici anni. Forse María avrebbe preferito che Flóki se ne fosse andato con un’altra María, avrebbe preferito non essere un’eccezione.
María rimane sola, sola con la sua bellezza fuori del comune, sola in compagnia dei suoi gemellini. María, donna che ricostruisce arti e con essi il futuro delle persone, forse sarà capace di ricostruire anche il suo di futuro, con l’aiuto di una psicologa affetta da nanismo e un ornitologo affetto da timidezza cronica, forse partendo proprio dalla ricerca di un nuovo nido.
Sono i “forse” a rendere affascinante la letteratura islandese, a darle quei poetici color acquarello pur così ricchi di luce. Auður Ava Ólafsdóttir è una scrittrice che rifiuta il ruolo di “deus ex machina” e cede spesso la regia dell’ultimo atto al lettore.
“…sai, dividere la propria vita con gente che per lo più sei tu a inventare, alla lunga deprime.”
Anche l’ultimo atto di questa “Notte d’Inverno” boreale non fa “Eccezione”, e se non siete lettori da finali aperti, meglio migrare verso più caldi lidi, questi potrebbero avere contorni troppo sfumati e troppo algidi per voi.
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Auður Ava Ólafsdóttir, nata a Reykjavik nel 1958, è una delle più note scrittrici islandesi. Dopo aver insegnato Storia dell’Arte è giunta al successo proprio con “Rosa Candida” ed è stata poi finalista del Premio Strega Europeo 2018 con “Hotel Silence”. In Italia sono stati pubblicati sei suoi romanzi, tutti da Einaudi e tutti con l’ottima traduzione di Stefano Rosatti.
“L’eccezione” di Auður Ava Ólafsdóttir, edizioni Einaudi. I libri di Riccardo