Le emozioni sono un dono. Dovremmo cercarle, annusarle e farne tesoro. È bello sentire la vita con il guizzo delle emozioni. Ti svegliano, ti scuotono, ti schiaffeggiano e ti portano sulla luna. Tocchi il cielo con un dito quando le emozioni ti fermentano dentro, non sai gestirle e del resto non si dovrebbe farlo. Le respiri e dai un senso alle giornate, e poi come viene viene.
Nel romanzo Il traghettatore di Annalisa Menin scopri il patimento di una donna, Anna Venier, che ha toccato il fondo con la perdita del marito e che ha cominciato a risalire la china con il traghettatore. Veneziana di nascita, trasferitasi a New York per poi viverci definitivamente, si rende conto, dopo il devastante lutto che l’ha colpita, che ha bisogno di ritrovare la bussola, anche delle emozioni. La vita cambia e non si può evitarlo, ma possiamo definire il corso dei momenti di leggerezza. Quelli che ci permettono di ripartire con il piede giusto e cui ci si abbandona respirando con gli occhi chiusi per inalare bellezza e sorpresa che prima o poi verranno, sicuro. Anna, capirà come rimettersi in gioco.
Fresca la narrazione. Pulita la scrittura. Nessun colpo di scena fa trasalire il lettore, ma la storia viene respirata parola dopo parola. E va bene così.
“Il traghettatore” di Annalisa Menin, Edizioni Giunti. Dream Book.