“Il colore delle cose non dette” di Simone Rausi: recensione libro

Si può perdere la testa bloccandosi nel passato e nel proprio dolore. Si sta male, tutto si ferma. Resti impigliato nei ricordi. La memoria ti spinge indietro. Non ce la fai a tirare avanti. Vorresti essere invisibile per sparire dalle attenzioni degli altri. La sofferenza desta curiosità e allontana. Ti chiudi nel silenzio. Il buio diventa l’unica luce sopportabile. La leggerezza sparisce, ogni cosa stona perché il dolore non smette di puntellare l’anima. Ti porta altrove, lontano dal mondo dei vivi. In quella sospensione emotiva sei bombardato da domande.

Punti a scandagliare ogni aspetto, ogni sfumatura, di un tempo che non esiste più. Cerchi delle risposte anche quando servono a poco. Il tormento allarga le fessure della prospettiva della vita. Ti risucchia dentro e lì stai bene, almeno questa è la convinzione che ti imponi. Resti chiuso nel lutto, ogni espressione di vita diventa quasi un’offesa. Ovunque cerchi gli occhi che ti hanno sostenuto, poi smetti anche di incrociare i profumi. Vivi tutto come fosse la prima volta, soprattutto guardare il sole e sentirlo addosso. Lentamente metti ogni cosa al suo posto. Inizi a scorgere i colori, ad aprirti alla vita, a superare la pena anche se non si indebolisce. Ti perdoni mancanze, silenzi, musi duri. Ricominci, senza spreco, a camminare respirando con leggerezza.

In Il colore delle cose non dette di Simone Rausi vivi il dolore di Nina. Ha vent’anni e una forte perdita, quella di suo fratello Samuele. Dopo la tragedia familiare, Nina si isola. Diventa asociale, a lavoro non incontra nessuno. A la grafica da casa, il suo mondo è tutto lì, al chiuso. Non riesce a superare il dolore. La sua vita, dal giorno del lutto, è cambiata. È rimasta ferma. Poi un messaggio, 36 domande e tutto cambia. Un botta e risposta con uno sconosciuto per iniziare a vedere le cose ed i loro colori. Per vivere.

Il romanzo è intimistico. Avverti il buio che la sofferenza provoca senza risparmiare nessuno. La storia è interessante e la scrittura è delicata.

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“Il colore delle cose non dette” di Simone Rausi, edizioni Rizzoli.  Dream Book.