Gli innesti creano frutti buoni, di qualità pregiata. Ci vuole mano esperta per innestare una pianta, altrimenti i risultati vanno in fumo. Nell’innesto si toglie qualcosa e se ne aggiunge un’altra. Sembra un po’ la sottrazione a cui si è costretti, in alcuni casi, dai fatti strambi della vita. Quando il guaio è grosso, la miseria grande e le possibilità di salvare un figlio scarse, allora ci sarebbe solo una via da prendere e non sarà mai digeribile per la propria dignità.
In Come l’arancio amaro di Milena Palminteri conosci una storia straordinaria. Carlotta ha trentasei anni e lavora all’Archivio notarile di Agrigento. Il padre è morto la notte in cui è nata, la sua bambinaia se n’è andata quando lei era ancora piccola e la madre è sempre stata molto fredda. Un giorno, un documento dell’Archivio le rivela qualcosa di sconcertante. Sua nonna paterna, nobile, accusa sua madre di non averla partorita, ma comprata. Il piano scellerato ordito da Bastiana, nonna di Carlotta, e dal campiere Calogero, in odor di mafia, innesta la vita della serva Sabella e quella della madre di Carlotta. Ad una toglie e all’altra aggiunge. La verità deflagra ed è amara come l’arancio.
Il romanzo è stupendo. La storia è costruita molto bene, si sviluppa su due piani temporali. La scrittura è magia pura grazia anche all’innesco del siciliano che rende tutto molto affascinante.
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“Come l’arancio amaro” di Milena Palminteri, edizioni Bompiani. Dream Book.