Per capire certe cose bisogna viverle. Entrarci dentro anche se non ti appartengono. Solo così arrivi al nerbo della questione, liberata da pregiudizi, da giudizi sommari e da commenti inopportuni. Basarsi sul sentito dire è un errore che offende la realtà perché è sempre diversa da come la si presenta pur infiocchettata a dovere. Dinanzi alla follia o scappi oppure la guardi in faccia. I matti non hanno paura di essere visti.
In Beati gli inquieti di Stefano Redaelli entri nella “Casa delle farfalle”, un manicomio. Il protagonista studia la follia e vorrebbe scrivere un libro. Per farlo al meglio, per avere le risposte giuste a domande sconvenienti, decide di trascorrere una settimana a contatto quotidiano con i pazienti. È un rischio. La direttrice gli concede il permesso. Lì, comprende che “i matti dicono sempre una verità. Anche quando parlano di persone e cose che noi non vediamo, non sentiamo, che non esistono, proprio allora stanno dicendo una verità.”
Il romanzo è toccante, autentico. La narrazione è impattante. È come le gocce che istillano riflessioni forti, importanti. La scrittura è magistrale.
Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The Book Advisor
Per altri consigli sui libri da leggere potete ascoltare le audio recensioni di The BookAdvisor qui.
“Beati gli inquieti” di Stefano Redaelli, Neo Edizioni. Dream Book.