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“4,3,2,1” di Paul Auster: recensione libro

Leggere “4,3,2,1” di Paul Auster equivale ad una sfida. Non è un libro facile, richiede una discreta dose di tempo e pazienza, la mole di oltre 940 pagine non consente di essere agevolmente portato in viaggio e il flusso di parole e periodi lunghi richiedono di sicuro un’ascetica concentrazione.

4,3,2,1 e infinite possibilità

La maggiore impresa letteraria di Paul Auster necessita di impegno e dedizione. Un’esperienza davvero unica: è stata la prima volta che ho sentito la necessità di aiutarmi con dei post-it segnalibro per tenere traccia della vita di Archie Ferguson…anzi delle vite di Archie Ferguson, il giovane protagonista del romanzo, nato da una famiglia ebrea di New York.

L’unico elemento invariato della complessa trama è il primo capitolo del libro che ci presenta la famiglia Ferguson: il nonno emigrato da Minsk, il padre Stanley che riesce ad ottenere successo economico e sposa la bella ed intraprendente Rose, la madre di Archie, punto di riferimento costante per tutte le declinazioni della vita di Archie

Da questo incipit prende il via la lunga sequenza delle 4 possibili vite di Archie, ognuna simile e complementare alle altre. I personaggi sono i medesimi, le vicende seppur diverse trovano sempre dei punti di raccordo. Non si assiste mai ad un balzo o ad un fantasioso cambio di scena. L’autore si concentra nel rimescolare gli stessi ingredienti e sfida il lettore a cogliere le differenze, mettendo spesso a dura prova la memoria (da qui l’utilizzo necessario dei post-it).

Il genio di Paul Auster

Archie Ferguson è il fulcro del romanzo e le sue riflessioni (molto più dei dialoghi) definiscono il registro narrativo del libro. I suoi pensieri e l’analisi del mondo che lo circonda portano via pagine e pagine in cui di fatto non accade nulla. Niente cambia eppure la sua vita prende direzioni diverse. Andando avanti con la storia ci sarà l’amore e l’attrazione per Amy, la crescita professionale e sullo sfondo la storia americana del sogno di Kennedy e Martin Luther King, il Sessantotto, il Vietnam. Tanto da assimilare, alle volte troppo.

Solo un grande e geniale scrittore riesce a far muovere i suoi personaggi, pur lasciandoli totalmente fermi. Ecco cosa presenta Paul Auster con questo libro monumentale: una carrellata di pensieri ed avvenimenti che molto spesso disorientano il lettore, lo annoiano e sfiniscono ma tuttavia lo tengono avvinghiato.

Un faticoso capolavoro

Leggere questo libro è stato faticoso. Sono sempre attratta dai romanzi che utilizzano le categorie di spazio e tempo creando nuovi percorsi. Gli universi paralleli ideati da Auster per Archie Ferguson non sono però riusciti a coinvolgermi fino in fondo. In questi mesi ho spesso accantonato il romanzo e poi l’ho ripreso con difficoltà.

Credo che “4,3,2,1” sia senza dubbio un grande capolavoro della letteratura americana ma arrivare alla fine ha richiesto energie e la vetta non ha ripagato fino in fondo la fatica. La complessità del libro ha soffocato l’inventiva e l’originalità ma forse era proprio questo lo scopo ultimo dell’autore: in fondo cos’é la vita se non un’infinita e logorante sequenza di possibilità?

4,3,2,1, Paul Auster, Einaudi

L’estate che sciolse ogni cosa,

  • TI PIACE SE: vuoi un libro che ti tenga occupato per molto, molto tempo. Ti piace la prosa ricca e corposa. Ami i grandi scrittori americani.
  • LASCIA PERDERE SE: Non sei un lettore temprato. Non apprezzi le storie senza colpi di scena. Non ami i lunghi monologhi.

Paola Viscatale

Sono cresciuta e ho lavorato sempre in mezzo ai libri. Con il cuore a metà tra Roma e Napoli, viaggiatrice per il mondo in cerca di posti belli. Ho una laurea in storia dell'arte, esperienza nell'organizzare eventi culturali, coccolo gatti per vocazione. Per BookAdvisor curo la rubrica Coffee Book perché libri e caffè sono la mia risorsa primaria di energia.

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