I libri di Riccardo

“Le cose da salvare” di Ilaria Rossetti: recensione libro

Vi siete mai domandati quali potrebbero essere le cose da salvare, quelle da sottrarre al pericolo nel caso di un imminente crollo, della vostra casa, della vostra vita. Magari ve lo sarete anche chiesti, e magari vi sarete anche dati una bella risposta istituzionale, quella che tutti si aspettano da voi: un bell’elenco onnicomprensivo di retaggi di affetti, amori, amicizie… ma siete davvero sicuri che avendo soltanto una manciata di minuti afferrereste, per sottrarli alle grinfie della distruzione, proprio le cose che tutti si aspettano da voi e non piuttosto cose apparentemente più banali, cose curiose in cui la vostra vita, “chissapoiperché”, si è scavata una tana per proteggersi dalle intemperie del tempo, quello non atmosferico.

Cose da salvare…

Tra le cose da salvare, io, per esempio, metterei questo romanzo di Ilaria Rossetti, se non altro, per sdebitarmi della riflessione che mi ha offerto e della sincerità che mi ha imposto.

le cose da salvare ilaria rossettiPerché questo romanzo, a differenza di altri, candidato allo Strega con merito, è un romanzo dal peso specifico letterario rilevante, per forma e contenuto. Muove i suoi passi da un fatto di cronaca che ha coinvolto l’intera nazione, ma poi avanza sicuro, fuori da ogni intento speculativo, e con fare sicuro intreccia storie, storie che fanno da ponte per altre storie, mezzo per esercitare la vecchia professione di narratore, ormai desueta in tempi di sfruttamento intensivo delle risorse delle parole. E come ogni giovane narratore dovrebbe fare, utilizza un nuovo linguaggio, ci spinge fuori dai nostri schemi mentali, oliati e ben rodati, ci spinge tra le braccia di un “nuovo” che è ricerca espressiva più che sterile ricerca stilistica.

La storia di Gabriele e del padre di Petra, la protagonista del romanzo, sono storie che si sporgono sull’orlo dell’anzianità, storie che si aggrappano a un passato che sta mutando da prossimo a remoto o a un tempo che doveva essere loro e che loro non è stato, e vi si aggrappano con l’ostinazione di Ima e Jala che nel libro fungono da cartina tornasole di sentimenti perduti nel naufragio di una vita, nel crollo di un ponte che doveva consentire il passaggio a un’età diversa e forse serena.

Un romanzo duro e delicato, un tributo a quell’enorme ossimoro che chiamiamo vita, all’illusione che il cemento armato che abbiamo utilizzato per costruire la nostra possa resistere alla ruggine del metallo e del tempo. Perché si vive d’illusioni, “di questo si vive, e di tant’altro ancora”, magari leggendo del crollo delle illusioni, magari sapendo che in mezzo alla macerie troveremo, malconcio e impolverato, un piccolo lascito del nostro passato, della nostra umanità… specie se un prezioso romanzo ci dirà dove scavare.

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Ilaria Rossetti è nata nel 1987. Ha vinto il Premio Campiello Giovani 2007 con il racconto La leggerezza del rumore (Marsilio Editore). Con Giulio Perrone Editore ha pubblicato Tu che te ne andrai ovunque (2009) e Happy Italy (2011). Con Le cose da salvare ha vinto la quarta edizione del Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza 2019.

“Le cose da salvare” di Ilaria Rossetti, edizioni Neri Pozza. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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