Anonima Lettrice Italiana

“Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen: recensione e reading

Non ci sono più preamboli abbastanza originali per descrivere il capolavoro dell’autrice inglese. Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen divide da sempre il pubblico di lettori fra quelli che lo hanno adorato e quelli che devono abbandonare la stanza appena si comincia a parlarne. La storia ha già decretato il suo posto fra i classici, ma vale la pena ricordare ancora una volta le sue caratteristiche a chi vorrebbe rileggerlo, regalarlo, riacquistarlo per non rovinare le altre copie – che c’è? Io lo faccio!

Orgoglio e pregiudizio, l’opera perfetta

Da una donna che fece della sobrietà la propria misura, un’opera la cui unica misura è la perfezione (lo pensava anche Virginia Wolf!)

La famiglia Bennet è in tumulto: fra i nuovi vicini di casa si annoverano ospiti interessanti. Questo almeno dal punto di vista delle cinque signorine Bennet, affascinanti benché svantaggiate dalla mancanza di contegno della madre invadente e da una contingenza economica legata alle circostanze dell’epoca. Sebbene l’amore sia un lusso che in pochissimi trovano indispensabile, questo finisce per muovere molti più intrecci del dovuto. Riempie centinaia di pagine con maremoti di emozioni, tempeste sentimentali, onde anomale d’amore inopportuno e supercattivi pericolosissimi all’orizzonte. Tutto ovviamente avviene nel cuore dei protagonisti, e resta imbrigliato in vezzosi dialoghi.

Jane Austen oggi? Una sceneggiatrice alla Nora Ephron!

Oggi questo modo di comporre avrebbe reso la Austen una sceneggiatrice da screwball comedy, in special modo nel cuore di Elizabeth, e di chi fa il tifo per lei (ma il signor Bennet resta il personaggio più interessante, a mio dire), ma molto anche nel cuore dell’arcinoto signor Darcy. Famosa per i suoi discorsi diretti talmente caratterizzati da rendere inutile segnalare di volta in volta chi abbia la parola, Jane Austen dirige un’opera “perfetta” (lo disse Virginia Wolf!); così precisa e proporzionata da non trovare praticamente detrattori nel suo genere, immortalando un’epoca e insieme l’ideale che ancora oggi insuperato rappresenta. 

La grazia delle voci di un tempo

Esistono decine di edizioni, ed è fra i più frequenti doni letterari fra amiche. Tuttavia mi pare che più traduzioni escano più ci si allontani da quel calore sobrio e ricco allo stesso tempo, e da quella eleganza che abbiamo imparato ad assegnare alle atmosfere della campagna inglese di inizio Ottocento. La mia versione preferita è la trasposizione di Maria Pia Balboni, per Fabbri Editore, forse un po’ datata: a voi consiglio di trovarne una al massimo degli anni Novanta, ultimo grande decennio della traduzione italiana, ma qui sotto vi segnalo quella di una casa editrice che – bontà sua – rinnova senza sostituire.

“Prima di accorgermi che avevo cominciato, ero già a metà strada.” 

Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, Edizioni Crescere, 2011. Anonima Lettrice Italiana.

Ali

Leggo, scrivo, parlo, ma soprattutto parlo. E poi leggo e scrivo.

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