Di Murakami si è detto tutto ciò che si poteva, ma non ancora tutto ciò che si doveva. Sul finire dei suoi anni americani l’autore compone una ode all’amore non corrisposto, delicato e fragile, che potremmo – ingiustamente – così riassumere: lui ama lei, che ama lei, che non ama nessuno. Solo delle donne ci è dato conoscere il nome, e tuttavia la storia viene presentata proprio dal protagonista maschile. Per gran parte delle pagine i personaggi femminili resteranno assenti, essendo il sentimento che l’una prova per l’altra (e che il narratore prova per almeno una di loro), il vero protagonista.
Presenti esclusi
Il protagonista si esclude dall’azione e resta quasi sempre narratore, mentre la grande assente Sumire è la protagonista di ogni pagina.
Evocativo più che narrativo, La ragazza dello Sputnik ci mostra un’irrealtà delicata e leggera in cui i ricordi e le figure descrittive si susseguono senza attriti, fluide, inesorabili. Il protagonista affronta silenzioso e sereno il dolore del suo amore non corrisposto, qualche volta addirittura curioso, in opposizione al caos in cui la sua amata vive e ama. Tutto è assenza: l’assenza di Sumire dal letto di lui e dal cuore di Myu, soprattutto, ma anche del desiderio di Myu, di Sumire da gran parte della storia, del nome di chi ci narra la sua storia. E quando qualcosa c’è, rischia di esserci troppo, tra suggestioni di doppelgänger, nuove personalità allo specchio e mille frantumi di chi eravamo, di fronte a chi diventeremo. Solo il personaggio narrante è uno, completo, perfetto. Non a caso, è l’unico che ami davvero. Come dice Murakami, la realtà è inadeguata, e il racconto è solo una funzione.
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La grazia silenziosa di Murakami
L’erotismo è sublimato ma mai sacrificato, spirituale ma mai assente. Alle passioni non è concesso di rimbombare, piuttosto vengono addomesticate dalle parole e soffondono luce in un mondo altrimenti buio, ma non per questo meno bello o meno giusto. Ogni desiderio, anche insoddisfatto, lavora allo yugen, la grazia mai esplicita dell’universo e l’assenza di definizioni o spiegazioni. Si può solo accettare che ci sia, come l’amore.
“Nella primavera del suo ventiduesimo anno, Sumire si innamorò per la prima volta nella vita.”
“La ragazza dello Sputnik” di Haruki Murakami, Edizioni Einaudi, 2006. Anonima Lettrice Italiana.