“Ho sentito un implacabile bisogno fisico di scrivere qualcosa su “Ragazzo negro”, memoriale autobiografico dello scrittore Richard Wright in cui racconta di tutte le ingiustizie e i soprusi che ha subìto come ragazzo e uomo nero in un Sud degli Stati Uniti, nella prima metà del Novecento, assolutamente inospitale e gravido di pericoli, perché il mio sdegno, il mio malessere, la mia inquietudine, la mia completa avversione verso quegli atti meschini erano – sono – troppo insopprimibili, esondanti, eccedenti per poter pensare di riuscire a tenerli dentro, come un grido incontenibile che comanda di uscire.
“Ragazzo negro” come memoriale autobiografico e come simbolo della condizione dei neri americani
Vi è una doppia critica nell’opera di Richard Wright: ai bianchi disumani e ai neri “passivi”

(Fonte: www.loc.gov)
Oltre questo aspetto simbolico, in “Ragazzo negro” Richard Wright opera due critiche simultaneamente: ai bianchi disumani e ai neri, i quali educano i loro figli a una sudditanza cosciente e mai messa in discussione. Scrive, infatti: «Io ero stato ciò che il mio ambiente aveva preteso, ciò che la mia famiglia – conformandosi agli ordini dei bianchi che la sovrastavano – esigeva da me, e ciò che i bianchi avevano detto ch’io dovevo essere».
“Ragazzo negro” di Richard Wright è una lezione contro ogni razzismo
Quest’opera, che ho amato moltissimo, pur nella sua crudezza e nella sofferenza che da essa trasuda, è di una potenza inimmaginabile e, al contempo, un esempio di resilienza indescrivibile: dagli eventi di una vita – quella di Richard –, che sono stati bui quanto la più oscura notte, egli ne rimane ineludibilmente segnato ma non vinto, trae da essi la forza di ribellarsi, di non cedere alla credenza che quella con la quale ha avuto a che fare sia la sola, squallida umanità; non si convince del fatto, su cui spesso hanno insistito quegli esseri disumani, che lui ha un “posto” e che questo “posto” non consente di riconoscergli umanità; raccontando questi eventi, Richard Wright ci dà una lezione contro ogni razzismo, contro ogni essere umano che si arroga il diritto di assegnare un “posto” di inferiorità, di non-umanità a un altro essere umano: «Il Sud bianco diceva che io avevo un ‘posto’ nella vita. Bene, io non avevo mai sentito il ‘posto’. O, piuttosto, i miei istinti più profondi mi avevan sempre fatto respingere il ‘posto’ al quale il Sud bianco mi aveva assegnato. Non m’era mai capitato di ritenermi in qualche modo un essere inferiore. E mai nessuna parola sgorgata dalle labbra dei bianchi del Sud mi aveva fatto veramente dubitare del valore della mia umanità».
“Ragazzo negro” di Richard Wright, edizioni Einaudi editore. A voice from apart.