A voice from apart

“Novelle orientali” di Marguerite Yourcenar: recensione libro

Vi lascerei qualche mia impressione su “Novelle orientali” di Marguerite Yourcenar.

Un piccolo libricino (141 pagine), leggero, sottile, esile, ma così ricco e pieno e, ciononostante, credo, piuttosto sconosciuto ai più, ma che, ne sono convinto, potrebbe dare a chi lo leggesse diversi spunti di riflessione.

Marguerite Yourcenar presenta “Novelle orientali”

Per presentarlo non penso vi possano essere migliori parole che quelle della stessa scrittrice belga, che ce lo introduce così: “«Novelle orientali» è un insieme di racconti sull’Estremo Oriente (Come Wang-Fô fu salvato, L’ultimo amore del principe Genji) o indù (Kali decapitata che è, forse, il meno riuscito della raccolta), ma anche di alcune novelle che si svolgono in Grecia e nei Balcani. Nel libro, dunque, l’Asia propriamente detta si ricongiunge con il Medio Oriente.

“Il titolo è un po’ ambiguo: senza dubbio devo aver pensato alle «Novelle occidentali» di Gobineau; ma la Grecia e i Balcani, almeno nel XVIII o nel XIX secolo, sono anch’essi già Oriente. Per Delacroix, per Byron, in effetti i Balcani risentono di essere stati per lungo tempo terra islamica.

“Il libro è stato scritto durante gli anni in cui andavo di frequente in Grecia, passando spesso per la strada dei Balcani. I racconti balcanici traggono la loro origine dalle mie tappe in quei paesi. Mentre invece Wang-Fô e Il principe Genji sono una prova della mia grande passione per le letterature cinese e giapponese. Wang-Fô è una specie di favola taoista, non sono io che l’ho inventata. Evidentemente, però, si ritocca sempre qualcosa, e L’ultimo amore del principe Genji è uno sforzo per cercare di capire il significato di quella pagina lasciata bianca nel romanzo di Murasaki, dal titolo così semplice: «Sparizione tra le nubi». È la morte di Genji. Noi abbiamo appreso che si era ritirato in un monastero, ma in seguito, salvo questo titolo, non sappiamo più nulla di lui. Allora mi sono posta il compito di immaginare ciò che può essere accaduto.”

Quelle che seguono sono mie considerazioni piuttosto sconnesse sul libro, “gettate” lì, sul foglio, che condivido con voi…

Marguerite Yourcenar
(Fonte: www.it.wikipedia.org)

Per parte mia, mi sono appuntato delle considerazioni piuttosto sconnesse, per nulla elaborate, bensì “gettate” lì, sul foglio, esattamente per come mi venivano in mente, e che al più, talune volte, avevano la pretesa di essere frasi che potessero in un qualche modo essere sostitute dei titoli che la Yourcenar aveva dato ai propri racconti o alle proprie novelle, e a volte delle domande che occupano oramai quelle pagine bianche che separano un racconto o una novella dall’altro o dall’altra e che, per mero spirito di condivisione, vi riporterò:

Come Wang-Fô fu salvato”: L’ira, l’arroganza, l’atteggiamento di superiorità, il potere di disporre anche della vita degli altri non sempre paga.

Ling simbolo di fedeltà al proprio maestro.

Wang-Fô emblema dell’amore per la propria arte che risulta essere inscindibile dalla propria vita.

Il sorriso di Marko”: Chi la fa, l’aspetti!

Il latte della morte”: Le qualità di una madre e i difetti di quelle peggiori. (Si dà conto così dell’ultima frase: “C’è madre e madre”).

L’ultimo amore del principe Genji”: Il principe Genji lo associo alla nostalgia del tempo passato una volta che si diventi anziano; la signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono la associo alla frustrazione che colpisce chi venisse a sapere di non essere stata importante per la persona che amava né amata dalla stessa e che credeva la amasse.

L’uomo che ha amato le Nereidi”: Un racconto sulla metafisica? (Mi sono anche segnato un breve passo che mi è piaciuto: “[Panegyotis – il protagonista di questo racconto –] è uscito dal mondo dei fatti per entrare in quello delle illusioni, e mi capita di pensare che l’illusione sia forse la forma che agli occhi del volgo prendono le realtà più segrete.”)

Nostra Signora delle Rondini”: L’intolleranza della religione e dei religiosi nei confronti del mondo pagano?

La vedova Afrodissia”: Un amore non corrisposto (almeno da una parte), ma di comodo (certamente per entrambe le parti), che non gioverà a nessuno dei due…

Kali decapitata”: Ci insegna che siamo ossimori, in fondo, e imperfetti? E che possiamo amare e detestare persino le medesime cose?

La fine di Marko Kraliévitch”: Sull’arroganza di Marko?

La tristezza di Cornelius Berg”: (Bellissima!) L’avrei intitolata “La consapevolezza di Cornelius Berg”…

Consiglio “Novelle orientali” a chi fosse in cerca di riflessioni

Lo consiglierei a chi stesse cercando un libro che, attraverso racconti e novelle, lo facesse riflettere… su che cosa? Be’, questa è forse la domanda più difficile a cui dare risposta, perché essa non può che essere legata al lettore che vi si accosterà; essa non può che essere il prodotto, del tutto e squisitamente personale, del rapporto tra il lettore e quelle stesse novelle o quegli stessi racconti.

“Novelle orientali” di Marguerite Yourcenar, edizioni BUR-Rizzoli Editore. A voice from apart.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio