“L’amico immaginario” di Matthew Dicks, una volta che ne finisci la lettura, è uno di quei libri che non ti lasciano indifferenti, perché smuove così tante emozioni e tali sentimenti che, quando giri l’ultima pagina, ti senti cambiato profondamente.
Chi è Max, il protagonista de “L’amico immaginario” di Matthew Dicks?
La storia de “L’amico immaginario” è raccontata da una prospettiva originale: quella di Budo, l’amico immaginario di Max
La cosa originale di questo libro è che è raccontato dal punto di vista di Budo, l’amico immaginario, il quale ci presenta Max e ci racconta quello che gli accade. Il rapporto tra Budo e Max è improntato all’amicizia e rivela una forza e una comunanza che commuovono profondamente. L’uno vede nell’altro qualcuno che lo comprende appieno, interamente, come quando cogli ciò che sta passando in mente a un amico semplicemente guardandolo negli occhi, data la profonda complicità e affinità che connota il vostro rapporto.
Ora, la vicenda che vede coinvolto Max e che desterà preoccupazione in tutti, in primis in Budo, è tale che consente di mettere in luce i tratti umani, nella loro “luminosità” e nella loro “oscurità”, di tutti gli esseri, viventi o immaginari, che popolano questo incredibile romanzo, dalla fatina Teeny a Max, per l’appunto.
Max ci fa riflettere su moltissime cose

(Fonte: www.matthewdicks.com)
Max, nel modo in cui, poi, ci viene raccontato da Budo, fa molto riflettere. Fa riflettere sulle potenzialità di chi è diverso – termine che, senza retorica, per me è uno dei più belli che ci siano –; sulla natura dei sentimenti umani, di amicizia, in primis – quanto frequenti o comuni sono le amicizie come quella tra Max e Budo? –; sulla forza dei nostri sentimenti, sia in positivo che in negativo; sulle dinamiche relazionali che hanno luogo tra esseri umani e sulla difficoltà di queste; ma anche sulle rigidità dei nostri schemi mentali che ci impediscono di cogliere la realtà per come è, spesso costringendoci sul piano del “come vorrei che fosse”, come accade, mi pare, al padre di Max che non sembra riuscire fino in fondo a vedere Max per quello che è; sugli effetti deleteri del bullismo e sul ruolo della scuola; e poi Max fa riflettere sul coraggio di essere sé stessi: io non posso non citare le parole di Budo, a tal riguardo: «Nessuno tratta Max come un bambino normale, ma tutti vorrebbero che fosse un bambino normale, invece di essere se stesso. E nonostante questo, Max continua ad alzarsi dal letto tutte le mattine e ad andare a scuola e al parco e pure alla fermata del bus. […] Ma devi essere la persona più coraggiosa del mondo per uscire di casa ogni giorno ed essere te stesso, quando a nessuno piace quello che sei. Io non potrei mai essere coraggioso come Max.» Be’, ci sarebbe da chiedersi quanti sono coraggiosi tanto quanto Max…
“L’amico immaginario” di Matthew Dicks è una meravigliosa favola moderna
Questo libro, che ho vissuto come una meravigliosa favola moderna, è stato per me emozionante, veramente intenso e commovente. Max, attraverso gli occhi di Budo, mi è divenuto familiare, un amico, avrei voluto abbracciarlo e stringerlo forte forte, anche se so che non avrebbe gradito.
Non c’è proprio, in questo caso, ragione alcuna che possa portarvi a non leggere quest’opera, perché “L’amico immaginario” di Matthew Dicks non può che arricchirvi… in termini di umanità e apertura mentale. Sono certo che vedrete il mondo con occhi diversi, almeno un po’, dopo la sua lettura. O, per lo meno, sono certo che vi sarete posti delle domande allora.
“L’amico immaginario” di Matthew Dicks, edizioni Giunti Editore. A voice from apart.