«C’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce». Così cantava Leonard Cohen e a questo ho pensato continuamente leggendo l’ultimo libro di Daria Bignardi, LIBRI CHE MI HANNO ROVINATO LA VITA – e altri amori malinconici. Anche la copertina racconta della luce che inonda per metà una ragazza sdraiata con un libro sul cuore.
“Libri che mi hanno rovinato la vita” di Daria Bignardi
È tutto qui, credo, il senso di quello che possono farci i libri, soprattutto quelli maledetti, che sanno spaccarci, creparci. Ma è proprio attraverso le loro spaccature, se siamo bravi a riconoscerle e soprattutto a farci pace, che facciamo entrare la luce.
Un viaggio lungo dodici mesi che dura da una vita
È una Daria luminosa quella che approda al mese di dicembre dopo dodici mesi di racconti intimi e coraggiosi (mettersi a nudo è sempre sinonimo di coraggio!) della sua vita di lettrice: la campionessa mondiale di lettura veloce che trascorreva i pomeriggi sul divano di velluto giallo del salotto leggendo qualunque libro, dai cinque ai quindici anni d’età, è stata segnata da tre volumi in particolare: La foresta della notte di Djuna Barnes, Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, e Il demone meschino di Fëdor Sologub, che non riesce neppure più ad aprire tanto il male che le ha fatto.
Male che può suggerirci, una volta chiusi i libri, di chiudere anche gli occhi, di crogiolarci nella sofferenza e non vedere la luce. Vederla, o meglio, ricordare che esiste, è invece una scelta avventurosa; il sottotitolo suggerisce infatti che le pagine di questo libro ci raccontano anche molto altro, come spiega Annie Dillard nella sua teoria delle api: se segui un pensiero poi arrivi a un altro.
Fare una festa in costume di compleanno (lo capirete solo leggendo)
Daria Bignardi ha colto parecchie coincidenze anagrafiche con gli autori amati e odiati (ma anche l’odio è una forma di amore), chissà se i famigerati astri ci mettono anche del loro nel segnarci il cammino, chissà se il mese di febbraio è foriero di legami destinati prima che elettivi, di incontri con altri che sono come noi. Essendo nata in febbraio pure io, voglio credere di sì.
La vita è «furiosamente grande»
Un libro prezioso, che parla di letteratura, di sorellanza, di rapporti familiari, di madri, di male, di salvezza, di amicizia (ho adorato indovinare gli amici “tirati in ballo” in questo viaggio). Smettere di guardare indietro e riconquistare il senso del futuro, ricordare sempre che la vita è «furiosamente grande».
«Mi sembra di aver capito tutto: perché sono triste quando sono triste (la risposta è che sono stanca, come i neonati che piangono se hanno fame o sonno), perché sono allegra quando sono allegra (mi sento in sintonia con l’universo o contenta di qualcosa che sto facendo) e soprattutto ho capito che dopo il buio torna la luce.»
“Libri che mi hanno rovinato la vita” di Daria Bignardi, Einaudi. A Garamond Type.