Ho trovato LA VARIANTE DI LÜNEBURG di Paolo Maurensig, un vero e proprio gioiello, grazie al bookcrossing: stava in una casetta dei libri a Borganzo, frazione di Diano San Pietro, vicino alla mia casa al mare. Sebbene un po’ ingiallito dall’umidità, questo libro in cui sono letteralmente inciampata non ha perso smalto e la sua lettura è stata un dono.
Pubblicato da Adelphi nel 1993, è il primo romanzo di Paolo Maurensig, scrittore goriziano scomparso nel 2021 che ha fatto delle sue passioni l’ispirazione per i suoi scritti. Su tutte, quella per gli scacchi, protagonisti assoluti di queste pagine.
Come nelle scatole cinesi
Come nelle scatole cinesi, la storia narrata contiene una storia che ne contiene un’altra: tre protagonisti, su tre piani temporali diversi, compongono un racconto che culmina con la scena con cui si apre il romanzo, ossia il ritrovamento del corpo senza vita di un ricco imprenditore tedesco. È stato un incidente? Un omicidio? O un suicidio? E perché è morto? È una vendetta? La risposta sta in una mossa di scacchi, che sono metafora della vita: il bianco e il nero sono il bene e il male, le mosse implicano spesso un sacrificio per ottenere qualcosa, di poco o grande valore, magari proprio la vita stessa.
Uno scontro atteso per secoli
La finezza di queste pagine può essere colta solo con la loro lettura attenta e vorticosa, non è possibile fare spoiler proprio per permettere di assaporare il piacere della scoperta graduale di quanto accaduto nel secolo scorso, all’epoca della Seconda Guerra Mondiale, quando due maestri di scacchi si sono scontrati, dopo essersi aspettati per secoli.
«Gli scacchi, come le arti, sembrano darci la possibilità di sopravvivere alla morte fisica, di avere fama eterna. Cosa non daremmo perché il nostro nome venisse ricordato negli annali del gioco: basterebbe una sola partita, una variante, uno sprazzo di originalità».
(Spiegazione della variante)
(La variante di Lüneburg è una mossa difensiva – detta anche variante del nero -, inventata da uno dei protagonisti. Consiste in un’apertura con il sacrificio di un cavallo per prendere due pedoni e deve il nome alla piana di Lüneburg, su cui sorgeva il campo di concentramento di Bergen–Belsen in Germania, e dove vennero sepolti i gerarchi tedeschi condannati al processo di Norimberga. Trattasi di un’invenzione letteraria dell’autore, non esiste nella realtà).
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“La variante di Lüneburg” di Paolo Maurensig, Adelphi Edizioni. A Garamond Type.