Se la protagonista di IL MIO NOME È DUE DI PICCHE, il nuovo libro di Sandra Bonzi, sapesse che sono nata lo stesso giorno e lo stesso mese di Vasco Rossi, sicuramente vorrebbe essere mia amica. Ovviamente piacerebbe tanto anche a me, perché Elena Donati è simpaticissima. Ha per il rocker una passione sfrenata: le sue canzoni accompagnano le giornate della giornalista ultracinquantenne milanese, tanto che addirittura la sua Kangoo, un catorcio che è la sua coperta di Linus, parte solo se viene accarezzata cantandole “Come nelle favole”.
Da NOVE GIORNI E MEZZO…
Ne è scaturito un libro che è un po’ giallo e un po’ comedy, una dark comedy, scritto con molta ironia intelligente.
… a IL MIO NOME È DUE DI PICCHE
Si ride riflettendo
Le vicende di Elena Donati sono state per me una ventata di freschezza, mi sono ritrovata a spuntare idealmente una sorta di check-list delle cose che le capitano e che ci accomunano, e mi sono fatta delle sane risate soprattutto nelle parti in cui Sandra Bonzi racconta delle telefonate esilaranti tra la protagonista e suo padre Mario.
Ma tutte le pagine sono pervase da una comicità diffusa che però non offusca i tanti temi: il valore dell’amicizia, il tempo che passa e tutti i cambiamenti che ciò comporta, la capacità di reinventarsi sempre e comunque, i femminicidi, i giovani adulti che sono «ragazzi intelligenti e educati, poliglotti e cittadini del mondo, molto preoccupati per il futuro del pianeta e alla ricerca di uno stile di vita più sostenibile, ma sempre con quell’aria new age da scappati di casa e apparentemente così poco concreti e scarsamente attrezzati per la vita.»
Che tagafi!
C’è tanta Milano (pur essendo di Bolzano, l’autrice ci vive amandola da oltre trent’anni, la conosce bene e ne ha
«Comunque, su questa cosa dei figli che se ne vanno di casa, lei deve proprio rifletterci. Possibile essere così altalenante? Insofferente quando sono sotto lo stesso tetto, boccheggiante quando il guscio si svuota? Be’, boccheggiante solo all’inizio, eh… Una momentanea tristezza, quella già sperimentata quando nella vita c’è stato un passaggio, un cambiamento importante oppure anche solo la fine di una bella vacanza. Giusto. Elena deve ammetterlo. Quella è una malinconia che puzza di nostalgia e occulta un mix di timore e curiosità per quello che verrà.»
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“Il mio nome è due di picche” di Sandra Bonzi, Garzanti. A Garamond Type.