I libri di Riccardo

“Simon” di Narine Abgarjan: recensione libro

Perché leggere “Simon” di Narine, che si pronuncia con l’accento sulla “e”? …perché molti avranno già colto, come letteraria manna Caduta dal Cielo della letteratura, le sue Tre Mele, perché altri avranno quest’ottima opportunità di colmare la lacuna.

Ma ci sono altre ragioni per leggere “Simon” e sono tutte valide: la prima, a mio avviso, è scoprire se a Berd, ridente località acquattata, zitta zitta, tra i monti armeni, a tal punto ridente che si ride pure ai funerali, scoprire, si diceva, se a Berd c’è il mare… se lo trovate, magari in fondo a una forra, siete pregati di farlo sapere a me e, cortesemente, anche alle donne di Berd che lo cercano da tempo. Altra ragione, se siete esperti di orecchie o di tanatoestetica, o di entrambe le cose, darci qualche suggerimento in modo che si possa restituire un paio di cuffie a un ragazzino che si annoia ai funerali e vorrebbe tornare a sentire la sua musica.

Il morto invece, Jannacci se ne faccia una ragione, è venuto al suo funerale e non si annoia affatto, del resto come potrebbe, sono presenti tutte le sue donne. Silvia, Eliza, Sofia e Susanna. Donne cui Simon ha dato, o ridato, la gioia di vivere: il suono del vivere, il gusto del vivere, il profumo del vivere… magari il profumo salmastro di cui si diceva o quello del miele come diceva loro Simon.

Lo so, non avete capito dove voglia andare a parare, e soprattutto non avete capito dove sia andato a parare il romanzo di Narine, magistralmente tradotto da Claudia Zonghetti. Non ha importanza. Lasciatevi sedurre, non da Simon, raffinato cultore dell’arte di Giacomo Casanova, ma da una narrazione antica, che vi incanterà con le storie di quattro donne capaci di caricarsi sulle spalle un secolo tremendo, tra carestie ed epidemie, guerre e genocidi, e l’opprimente grigiore del potere sovietico. Spalle larghe quelle delle donne di Simon, in grado di reggere una gerla di sofferenze e danzare con le avversità con la grazia della poesia. Donne che sanno mutare, che sanno che la vita è mutamento, donne moderne di tradizioni antiche, donne di tradizioni e superstizioni, donne di contraddizioni, ostinate e determinate a scoprire cosa riserva loro il futuro… così lontane eppure così vicine, in questo, a tutti noi.

Narine, sempre con l’accento sulla “e”, è stata adottata dal talento, genitore quantomai esigente, fortuna che dalle nostre parti qualcuno ha avuto il talento di accorgersene.

Se non ci fossero i Piccoli Editori, bisognerebbe inventarli.

Vieni a parlare di libri con tutti noi, nel gruppo Facebook The Book Advisor

“Simon” di Narine Abgarjan, edizioni Francesco Brioschi Editore. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio