Fano 2023: Passaggi Festival si conferma come uno degli appuntamenti più interessanti dell’estate
Conclusa l’undicesima edizione di Passaggi Festival 2023 con una straordinaria partecipazione di pubblico e numerosi ospiti di grande calibro. Abbiamo seguito da vicino questa edizione e ne parliamo di seguito, dato il successo ottenuto da questa splendida manifestazione dedicata ai libri.
Passaggi Festival 2023, che si è tenuto a Fano dal 21 al 25 giugno, è organizzato da Passaggi Cultura, l’associazione di promozione sociale operativa dal 2014 sul territorio. Ideatore del Festival e presidente dell’associazione è Giovanni Belfiori, direttore di Passaggi insieme a Claudio Novelli.
Il Festival, nato nel 2013 vanta la collaborazione e il patrocinio di Librerie. Coop, Città di Fano, Regione Marche e Camera di commercio delle Marche.
Numerosissimi sponsor e patrocini istituzionali hanno contribuito anche quest’anno a rendere Passaggi una rassegna letteraria che nulla ha da invidiare alle più conosciute o patinate.
Passaggi Festival 2023: chiedi alla vertigine
L’edizione appena conclusa verteva sul tema della Vertigine, da intendersi come un disorientarsi, una sospensione delle proprie certezze nella scelta consapevole di non ritrovarsi: perdendo l’orientamento si possono trovare grandi prospettive per il futuro, mediante la sostituzione dei vecchi valori con dei nuovi punti di vista.
Come affermano gli organizzatori: “Ribaltiamo la prospettiva, anzi annulliamola: offriamo un’occasione al sentire anziché al capire. Perché, per chiedere alla vertigine, occorre prima credervi, confondersi e non cercare soluzioni o consolazioni alla confusione. La lettura e la scrittura diventano così luoghi dove sperimentare quella eccitante e pericolosa distorsione della percezione nella quale, come in una vertigine, ti ritrovi attratto e spaventato dal vuoto, privo di appigli e garanzie. E, quindi, vivo”.
Fano, una città che respira insieme al Passaggi Festival
Fano, 60.000 abitanti in inverno, fino a 70.000 in estate grazie anche ai numerosi turisti. Un centro storico valorizzato e vissuto, un lungomare pulito e ordinato. Tra le vie del centro, nei luoghi simbolo, nelle suggestive ex chiese, nei bagni e nelle mediateche vive Passaggi. Non una sola sede, ma una cittadina intera che accoglie e incorpora le rassegne.
Ben 12 i luoghi che hanno ospitato laboratori, incontri, presentazioni e dibattiti in programma in questa settimana di Passaggi. Dal lungomare al centro, dalla spiaggia al Pincio, i residenti e tutte le persone attratte dalla meravigliosa cornice possono godere della vista e delle iniziative culturali.
Hanno partecipato alla manifestazione ospiti nazionali e internazionali, giornalisti, scrittori, artisti, cantanti fumettisti, che si sono alternati nelle sedi del festival parlando con il pubblico e con i presentatori degli eventi. Tutti, vale la pena ricordarlo, perfetti padroni di casa e capaci di rendere le conversazioni interessanti con domande mai banali.
Le rassegne dei Libri 2023
In un susseguirsi vertiginoso (perdonerete il gioco di parole) di eventi e rassegne non è stato facile seguire tutti gli eventi in programma, che cominciavano dalla mattina con “Libri a Colazione” per poi snodarsi per le strade di Fano seguendo la propria vocazione. Economia, arte, scienza e tech, Narrativa europea e del Mediterraneo, Music e Social, Filosofia e benessere, poesia e graphic novel senza tralasciare spazi dedicati ai piccoli lettori con laboratori e giochi. C’era solo l’imbarazzo della scelta.
The Book Advisor a Passaggi Festival, il racconto di due eventi
Abbiamo seguito il Festival, ci siamo aggirati curiosi tra le innumerevoli rassegne registrando una grande partecipazione del pubblico. Le piazze quasi sempre gremite e osservatori mai distratti o annoiati.
Tra tutte le presentazioni a cui abbiamo assistito vogliamo raccontarvi della serata conclusiva, l’assegnazione del Premio Franco Fortini e la presentazione del secondo lavoro di Sabina Guzzanti “Anonnimus” (Harper Collins). Soffermandoci sulla presentazione del libro della giornalista Micol Sarfatti: “Margherita Sarfatti. La signora del futuro” (Giulio Perrone Editore).
Gianmaria Villalta vince il Premio Letterario Internazionale “Franco Fortini”
Nell’incantevole location della ex chiesa di San Francesco, domenica 25 giugno è stata assegnata la vittoria della VII edizione del Premio Franco Fortini, dedicato alla poesia.
A vincere questa edizione Gianmario Villalta con “Dove sono gli anni” (Garzanti). Un libro che affronta la realtà del nostro tempo con stile inconfondibile e intenso, affermandosi in poco tempo come uno dei più importanti testi della poesia contemporanea. Presidente del Premio e ospite della serata Christian Sinicco, insieme a Fabrizio Lombardo, giurato, poeta e redattore della rivista VersoDove.
Margherita Sarfatti raccontata da Micol Sarfatti
Merita una menzione il libro di Micol Sarfatti, giornalista del Corriere della Sera, che lavora nella redazione del settimanale 7 dove si occupa di attualità, cultura, cultura digitale e cura gli account social. Suo il libro su Margherita Sarfatti, passata alla storia e poi all’oblio culturale quasi unicamente come una delle amanti di Mussolini ma in realtà donna dal grande profilo moderno.
Antenata della giornalista che afferma “Margherita mi ha rincorsa per tutta la vita in una serie di incredibili coincidenze”, racconta del primo incontro con i lasciti della sua antenata che avrebbe influenzato la sua vita dall’età di sei anni “da quando ne ho memoria”.
Un’antenata che fu intellettuale e prima critica d’arte donna: la sua storia si snoda in un novecento in fermento dove con il marito affronta i grandi cambiamenti in corso. Scriverà sull’ Avanti, e proprio nel corso della sua carriera avverrà l’incontro con il duce.
Non è Mussolini a influenzare la sua vita, non solo lui almeno. Quando si conoscono Margherita è già una delle donne più influenti del panorama culturale italiano. Con il suo salotto frequentato da D’Annunzio a Eleonora Duse. Micol Scarfatti racconta come inizialmente almeno Margherita domina Mussolini: “Lo sgrezza, lo domina culturalmente, lo educa, lo inserisce negli ambienti che contano e sa pure prendersi gioco di lui”.
Un libro alla riscoperta di una figura che molto ha inciso sulla storia Italiana e che merita di essere riscoperta per la sua complessità e non appiattita all’ombra di un uomo. Seppur un uomo come Mussolini.
Sabina Guzzanti, una presentazione per niente “Anonnimus”.
Le sedie sotto il palco del Pincio, alle 21:00 sono già piene, altre persone arrivano e si fermano nei paraggi. Sul palco una Sabina Guzzanti in splendida forma tiene banco e presenta il suo secondo romanzo: “Anonnimus – Vecchi rivoluzionari contro giovani robot” (HarperCollins).
L’autrice, regala agli spettatori una panoramica su cosa sia l’intelligenza artificiale e sulla preziosità dell’ozio. Sabina Guzzanti conversa con Antonino Di Gregorio (consulente editoriale) e parla dell’importanza di dare fiducia ai giovani, gli unici che scendono in piazza e provano a fare qualcosa. Gli unici che pensano ancora nonostante la schiavitù dei social.
Alla domanda di Di Gregorio su “cosa possiamo fare per cambiare le cose” Sabina Guzzanti non ha esitazione e risponde con la causticità che la contraddistingue:
“Non chiedetemi cosa possiamo fare! Sono anni che andando in giro tutti chiedono cosa si può fare! Quando una persona si sveglia sa cosa può fare se si fa queste domande allora significa che sei rincoglionito! Partiamo da là, anche la protagonista del libro fa un percorso del genere. Nel libro si parla di come la tecnologia ci allontana dal nostro corpo, dal sentire”.
Passiamo dal cellulare alla serie tv rimpiangendo nella mente di non aver detto a qualcuno qualcosa, di non aver risposto a qualche commento on line.
“Noi chiamiamo tutto questo il pensare, ma pensare è un verbo attivo; noi siamo posseduti da qualcosa che non riusciamo a smettere di fare”.
Sabina Guzzanti parla anche di intelligenza artificiale, facendo l’esempio di Chat Gpt.
“Ci interroghiamo sul falso problema secondo cui l’intelligenza artificiale possa prendere il sopravvento diventando più intelligente di no”
“Quella che chiamiamo intelligenza artificiale non è intelligente, noi la chiamiamo così perché risponde a senso. Risponde come un essere umano, sembra intelligente ma non capisce cosa dice, non ragiona come noi, ma lo fa in termini probabilistici”.