Ricomincio dai libri 2023: ecco come è andata [foto]
L’apertura delle sale affrescate, gli omaggi dell’ospedale delle bambole, i bambini che ascoltano i racconti seduti a gambe incrociate sul prato, il caffè del Lazzarelle Bistrot e tanta tanta emozione. Inizia così la nona edizione della fiera del libro di Napoli “Ricomincio dai Libri 2023”, conclusasi, dopo tre pienissime giornate, domenica 24 settembre.
Dedicato a Italo Calvino, in occasione del centenario della sua nascita che ricorrerà il 15 ottobre, l’evento nasce dalla sinergia delle associazioni: “La bottega delle parole”, “Librincircolo”, “Arenadiana”, “Parole Alate”, “Sepofà”, e da quest’anno, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Napoli, che ospiterà la fiera anche per i prossimi due anni.
Stand degli editori, incontri con gli autori, attività per i più giovani, eventi a sostegno della cultura ed un unico filo conduttore: “Le città invisibili”. Un tema splendidamente illustrato dal direttore artistico della kermesse, Lorenzo Marone, che apre il programma dell’evento, rifacendosi ad uno scritto calviniano poco noto: “Freddo a Napoli”. Il testo, apparso su L’Unità nel 1949, narra la ricerca dell’autore di dettagli “che lo allontanassero dalla bellezza a portata di mano, la bellezza che fa sparire ogni verità, per giungere a scorgere le ferite anonime che da sempre la deturpano.” Un argomento caldo ed attualissimo, per una città come Napoli che appare, oggi più che mai, spensierata agli occhi delle orde di turisti, mentre ”sopra, sotto, scantonato un angolo” si nasconde la “invisibile gente”, concetto che anticiperà di qualche anno il più noto “Città invisibili”.
Proprio i titoli delle principali opere calviniane saranno assegnati agli spazi ed alle sale in cui avranno luogo gli incontri con autori ed autrici attesissimi come Titti Marrone, Enrico Galiano, Daniele Mencarelli, Francesca Marone, Maurizio De Giovanni, Viola Ardone, Enza Alfano, Stefania Spanò, Piera Ventre, Antonella Ossorio, Maria Rosaria Selo, Rosella Postorino, Anna Trieste, Antonio Lanzetta, Matteo Bussola, Gianni Solla, Monica Acito e tanti altri.
Non mancano appuntamenti originali come lo speed date letterario proposto dall’associazione “Parole Alate” ed un sentitissimo omaggio a Michela Murgia intitolato “Zitta mai” con letture tratte da alcune delle sue opere. Tanti, poi, gli incontri interamente dedicati ai più giovani, suddivisi per fasce d’età, e per i quali si spazierà dal laboratorio ludico teatrale, a quello giornalistico, dalle letture ad alta voce per i più piccoli, al laboratorio del fumetto, dagli incontri con gli autori, fino ai laboratori di agricoltura per ragazzi e persino ad una sessione di Hatha Yoga. Momenti inclusivi in cui la cultura e la fantasia, verranno guidate da mani esperte, affinché tutti familiarizzino con la lettura senza rinunciare al divertimento.
Venerdì 22 settembre, si aprono, così, le porte delle sale dell’Archivio di Stato di Napoli, che dal 1845 ha sede nel complesso monumentale dei SS. Severino e Sossio, uno dei più importanti e antichi centri della spiritualità benedettina del Mezzogiorno. Un luogo ricco di fascino, non solo per la struttura del bellissimo complesso che lo ospita, ma anche per lo spettacolo che si presenta agli occhi del visitatore con il patrimonio documentario catalogato ed esposto a vista in ogni sala. A questo, si affiancano gli stand, si affollano le copertine variopinte e si respira l’emozione mescolata alla gioia dei tanti editori indipendenti già pronti a presentare al pubblico il proprio lavoro.
Allo stand di Cento Autori parlo con Emanuele Bosso e Vittoria Russo, rispettivamente direttore editoriale ed editor della casa editrice. Ancora una volta sono attirata da “Ranuras”, la raccolta di racconti sulla violenza che apre la bellissima collana “Migrazioni”, ma quasi subito finiamo per parlare di Juan Pablo Villalobos. Dell’acclamato autore messicano avevano già pubblicato “Ti vendo un cane”, romanzo stupendo di cui avevo acquistato una copia alcuni mesi fa, quando Emanuele mi anticipò che avrebbero pubblicato presto anche una sua seconda opera. Questa, infatti, sarà presentata al pubblico domenica 24, proprio durante la fiera. Un incontro al quale parteciperò con entusiasmo, non solo per lo spessore dell’autore, ma anche perché “Non pretendo che qualcuno mi creda”, è un romanzo particolarmente interessante, definito spesso “esuberante” per la sua capacità di mescolare la realtà all’illusione, la commedia alla tragedia. Un libro che la giornalista Bianca De Fazio, descriverà durante la presentazione come “ossigeno. Un gioco costruito in una maniera sapientissima. Il frutto di un lavoro molto colto.” Un’opera che si colloca nel panorama letterario latino-americano contemporaneo con un realismo magico un po’ fuori dai canoni, poiché, come spiegherà la stessa De Fazio “scompaiano gli elementi non legati alla realtà: il protagonista è il mistero. Rappresenterà un estraneo anche per sé stesso, fino a diventare il perno di un noir “cattivo””. Interviene anche la traduttrice Giuseppina Imperatrice, la quale confessa quanto sia stato divertente, seppur complicato, cimentarsi nella traduzione di questa “boccata d’aria” in cui si intrecciano lingue e culture differenti. Concluderà l’incontro Emanuele Bosso, che oltre a descrivere le grandi abilità dell’autore e la potenza espressiva di questo romanzo che gli valse il premio Herralde, anticipa che Netflix è già al lavoro per realizzarne un film. Lascio la presentazione con la certezza che presto leggerò questo libro, ma soprattutto, con la conferma che Villalobos sia un autore che valga davvero la pena conoscere.
Segue lo stand di Tamu edizioni, casa editrice fondata da Fabiano Mari, e legata alla libreria indipendente sita al centro storico di Napoli, gestita dallo stesso Fabiano, insieme a Cecilia Arcidiacono. Lo staff mi accoglie calorosamente, e dopo aver gettato, come sempre, un doveroso sguardo alla bellissima rivista “Arabpop” vengo attirata immediatamente da un libro che desideravo fin dalla sua uscita: “Vicoli della memoria” di Conceição Evaristo, una delle più importanti scrittrici brasiliane viventi, sfortunatamente ancora poco nota nel nostro paese. Nonostante le difficoltà legate alla condizione sociale, come la provenienza da una favela e il colore della pelle, fattori determinanti in un paese razzista e classista, l’autrice è stata tra le prime a portare storie ed esperienze delle persone afrodiscendenti, all’attenzione del mondo letterario. “Vicoli della memoria” racconta, infatti, di un paese flagellato, di una miseria incombente, di una violenza dilagante, di una favela distrutta, e poi di Nonna Rita, di Zio Totò, di Bontà e di una comunità intera, ormai disperata e diseredata. Prima di lasciare lo stand, sfoglio l’ultima pubblicazione targata Tamu: “Non sono una donna, io” di Bell Hooks, della quale ho già letto l’illuminante pamphlet “Il femminismo è per tutti”, quindi saluto lo staff, portando via con me, una copia di “Vicoli della memoria”, che sono certa, mi saprà restituire tanto.
Per Marotta&Cafiero incontro lo scrittore, libraio, nonché direttore editoriale, Rosario Esposito La Rossa, un uomo eccezionale non solo per l’immensa passione che investe in ogni suo progetto, ma anche per la simpatia travolgente, il sorriso sincero che tradisce una lieve emozione, l’impegno sociale che da sempre ha dimostrato e, soprattutto, per una realtà editoriale (e non solo) che rappresenta una boccata d’ossigeno in una Napoli satura di urla soffocate. Dalla Marotta&Cafiero editori nasceranno, infatti, a Scampia, gli “spacciatori di libri” de “La Scugnizzeria”, uno spazio dedicato al teatro ed alla letteratura “stupefacente”, che rappresenterà soprattutto un luogo di resistenza sociale, capace di riunire i brandelli di un quartiere smembrato da una guerra furiosa ed intestina. La nota faida, infatti, già da anni colpiva il territorio con la sua devastazione e le sue vittime innocenti, tra le quali, anche il venticinquenne disabile Antonio Landieri, cugino di La Rossa, alla cui memoria, l’autore ed editore, dedicherà ogni suo progetto futuro. Prima ancora di “spacciare” libri, infatti, Rosario, si impegnerà in innumerevoli iniziative sociali a partire da “Voci di Scampia” nel 2007 e dalle attività sportive che porteranno alla costruzione dello stadio Landieri, realizzato con erbetta sintetica ottenuta dal riciclo degli pneumatici abbandonati nella terra dei fuochi. Seguiranno, poi, il progetto di agricoltura sociale “Fattorie Vodisca” e la creazione del marchio “Made in Scampia” per I’imprenditoria giovanile. La svolta editoriale arriverà, invece, nel 2010, quando la casa editrice Marotta&Cafiero (nata nel 1959 a Posillipo grazie ad Alberto Moravia) fu regalata a Rosario Esposito La Rossa e a Maddalena Stornaiuolo (oggi amministratrice), allora solo diciannovenni. Tra le proposte editoriali spiccheranno fin da subito i grandi nomi di: Stephen King, Osvaldo Soriano, Antonio Skármeta, Raffaele La Capria, Ernesto Che Guevara ed il Premio Nobel per la Letteratura Günter Grass. Affascinata ed ammirata dai trascorsi di questa piccola grande casa editrice, non mi resterà altra scelta che innamorarmi perdutamente, quando scoprirò che una delle mie scrittrici preferite ha scelto di pubblicare il suo ultimo libro proprio con loro: Piera Ventre.
Una penna potente quella di Piera Ventre, autrice dalle straordinarie abilità narrative e capace di dar vita ad una bellezza rara. “Zucchero” è il titolo del suo ultimo romanzo, edito, per l’appunto, da Marotta&Cafiero, e presentato sabato 23 alla fiera, con la partecipazione del direttore tecnico Lorenzo Marone. L’incontro sarà, per me, indimenticabile e particolarmente stimolante, visto il confronto letterario che si aprirà tra due autori che ritengo sinceramente immensi. Il romanzo, bellissimo già a partire dalla copertina, viene presentato “come un gioco di contrasti e dualità, dove l’odore dello zucchero diventa nauseabondo e il legame fra due gemelle inquieto”, come si legge nella sinossi. Un libro senza un luogo definito, perché, esso stesso, finirà per divenire personaggio. Lì dove una delle due gemelle sparirà, consegnando il lettore ad un mare di incertezze: “Che succede quando l’altro in cui ti specchi svanisce?”. “Ho voluto giocare con il perturbante che striscia” spiegherà Piera. “Temi spiazzati, personaggi che sgusciano vicini”, questo è ciò che riempie le pagine di un libro che inizio già a pregustare, avida di quella prosa ricercata eppure spontanea, di quei costrutti armonici e di quella trama ricca, che sempre ritrovo nei romanzi dell’autrice. Lorenzo Marone, ne parlerà come di un racconto “pieno di sensazioni contradditorie” che affiancano l’immagine di una terra martoriata, all’odore dello zucchero e “all’ingenuità dei bambini, alla loro voglia di crescere e curiosare, nonostante il brutto che li circonda”. Sotto gli sguardi ammirati del pubblico, e a quelli evidentemente commossi del suo editore, Piera chiude l’incontro con un’ultima frase, che misura con poche parole, la profondità dell’intera sua produzione letteraria: “Volevo dare il senso di qualcosa di ambiguo, di non definibile. Perché poi, in fondo, la vita è così”.
Strettamente legato a Marotta&Cafiero è Coppola Editore, che occupa, infatti, lo spazio subito accanto. Si tratta di una casa editrice indipendente siculo-campana ideata da Salvatore Coppola a Trapani nel 1984, e impegnata soprattutto nei temi connessi al territorio ed alla legalità. Pochi anni dopo la morte del suo fondatore nel 2013, la casa editrice venne rilevata da Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, quindi, fu trasferita da Trapani a Scampia. Tra le proposte editoriali vi sono classici pubblicati in formati speciali particolarmente curati, soprattutto dal punto di vista grafico. Ne sono un esempio i Fiammiferi, la collezione “Libreria Lillipuziana”, che prevede la ristampa di grandi storie in un piccolissimo formato. Ma il più autentico simbolo della casa editrice sono probabilmente i “Pizzini della Legalità”, inventati da Salvatore Coppola subito dopo la cattura del boss Bernardo Provenzano nel 2006. Si tratta di block notes tascabili, che nelle prime pagine raccontano storie di vittime innocenti delle mafie. L’idea era quella di rimpossessarsi del termine “Pizzino”, che in siciliano indica un pezzo di carta per prendere appunti, parola, che è rientrata nel gergo comune di Cosa Nostra per riferirsi allo strumento utile allo scambio di messaggi tra boss e picciotti. Trovo l’idea sinceramente stupenda, ed il fatto che abbia visitato il loro stand proprio il 23 settembre, ossia nell’anniversario della morte dell’indimenticabile giornalista Giancarlo Siani, mi induce ad acquistare il pizzino a lui dedicato, oltre a qualche graziosissimo “fiammifero”.
Per Pidgin c’è Stefano Pirone, fondatore della casa editrice, con i suoi “libri sopra le righe” dai forti contenuti e dalle copertine ad alto impatto visivo. Tra distopie e racconti potenzialmente disturbanti, Pidgin offre una valida ed affascinate alternativa alla letteratura contemporanea. Nelle ultime uscite, il graffiante noir “Anna sta coi morti” di Daniele Scalese, descritto dall’autore Graziano Gala come “una collezione del dolore degli altri (…) che potrebbe tranquillamente essere fedele testimonianza di questo tempo che viviamo.” Cattura lo sguardo anche la copertina del primo volume di “Cloris: storie per i tarocchi”, una raccolta di undici novelle di autori differenti, che daranno un’interpretazione personale ai significati che si celano in ciascuno dei primi undici arcani maggiori. Il tutto corredato dalle bellissime illustrazioni dello stesso Pirone.
Allo stand dell’editore Mar dei Sargassi, rientrato ormai a pieno titolo tra i miei preferiti, si respira, come sempre, la frizzante vitalità di quella che qualche mese fa, io stessa, definii un’incredibilmente promettente casa editrice. Ad oggi posso confermare, che quelle aspettative non sono state tradite. Alessandro Campaiola, Flavia Fedele e Marina Finaldi rispettivamente direttore editoriale, editor e foreign rights manager, legati da quel sogno che porta il nome di una variopinta porzione di oceano Atlantico, hanno aperto le porte di una casa editrice in grado di proporre qualcosa che faccia la differenza nella nostra contemporaneità. Il coraggio investito nell’impresa, la paura dell’azzardo, ma anche la grande passione che ne ha costituito l’abbrivio, sono state senza dubbio ripagate dalla grande soddisfazione dei lettori, innamorati di un catalogo, che in soli pochi anni, ha raggiunto livelli di altissima qualità, tenendo sempre fede al tema originale del progetto: la marginalità. Si spazia, così, da una delle più potenti voci della letteratura cubana con Reinaldo Arenas, alla ricerca di emancipazione dai dettami patriarcali somali di Shugri Said, fino al memoir autobiografico di Marco Gonsalez che esplora il significato di immigrato di seconda e terza generazione negli Stati Uniti, per arrivare, infine al brillante e provocatorio “Shmutz” di Felicia Berliner. Quest’ultimo verrà presentato proprio durante la fiera, evento al quale parteciperò con grande piacere ed interesse, non prima, però, di aver ricevuto due interessantissime anticipazioni: la scelta dell’autore Francesco Recami di pubblicare con Mar dei Sargassi il suo ultimo romanzo dal titolo “Mondo cane” (già disponibile in libreria e che sarà presentato il 7 ottobre al Campania libri festival) ed il progetto di pubblicare un secondo libro di Arenas, alla cui traduzione, l’abilissimo Alessio Arena, sembra stia già iniziando a lavorare. Una notizia, questa, di cui sono particolarmente lieta, visto quanto mi ha colpita il suo precedente “Celestino prima dell’alba”, che consiglio vivamente a chiunque voglia immergersi in una lunga poetica e perfetta metafora. Una lettura che richiede concentrazione e spirito di adattamento per una fantasia che sembra portare lontano mentre rimesta nel torbido di una realtà che ha perso ogni incanto abbracciando l’ostracismo.
Sabato 22, viene dunque presentato “Shmutz”, la storia della diciannovenne Raizl, cresciuta in una famiglia ebrea chassidica ultraortodossa, che entra in contatto con il mondo della pornografia, un universo che “diventa enciclopedia dei rapporti umani” come si legge dalla quarta di copertina. Un romanzo di formazione in cui si scontrano due mondi opposti, ma in qualche modo, sempre legati alla sessualità femminile, che oscilla perennemente tra la voluttà ed il sacrilegio. Durante la presentazione con la partecipazione della traduttrice Marina Finaldi, della giornalista Alessandra Farro e del moderatore Paquito Catanzaro, si parlerà ancora una volta di margini, di linee di confine che non vanno eliminate, ma piuttosto comprese, imparando “ad essere quanto più plurali possibile” come spiegherà Marina, aggiungendo che la giovane protagonista imparerà a conoscere sé stessa proprio attraverso il porno. “Felicia Berliner” continua “attribuisce una grande importanza al linguaggio ed alle parole che vengono utilizzate per parlare della pornografia”, termini che Raizl non conosce nella sua lingua madre, per cui sarà costretta a “creare una sua nuova via di comunicazione” approdando ad una realtà differente: un mondo plasmato attraverso parole nuove. Si prosegue discutendo della vita in una comunità fatta di regole scritte e convenzioni, frequentemente violate dai suoi membri seppur nell’intimità della propria solitudine e mai al cospetto di uno sguardo estraneo. Si tratta di un libro provocante, geniale e trasgressivo, in cui si affollano immagini che scuotono, ma che riesce comunque a mantenere una certa ironia pur toccando tematiche complesse. “Mi ha colpita tantissimo la capacità di Felicia Berliner di raccontare una realtà altra, senza essere giudicante”, così concluderà l’incontro Marina Finaldi, con una frase che probabilmente condensa l’intero spirito di tutta la casa editrice. Lascio la presentazione con il sorriso e la mia copia di “Shmutz”, pronta a tuffarmi in un mondo nuovo ed in tutte le sue profonde contraddizioni.
Accanto a Mar dei Sargassi, c’è lo spazio occupato dell’editore Polidoro, dove il direttore editoriale Adriano Corbi mi racconta le proposte della casa editrice, nata da un’idea di Alessandro Polidoro, che spaziano dalla letteratura italiana a quella straniera, dividendosi nelle collane: “I Selvaggi” dedicata alla narrativa ispanica e ispano-americana, “Altro Parallelo” per i grandi autori classici e “Interzona” dedicata alle nuove voci della narrativa italiana. Il nome di quest’ultima è un tributo a Burroughs, che in “Pasto nudo” racconta dell’Interzona come di uno spazio metropolitano in cui tutto può accadere, ma anche il regno in cui si intersecano vita cosciente e dimensione inconscia. Il primo titolo della collana è “Nel rumore del fiume”, romanzo di Franca Cavagnoli, in cui l’autrice fa i conti con la propria eredità luttuosa dopo la perdita della madre. Un romanzo che mi attirava particolarmente già dalla sua pubblicazione. Parliamo molto anche di Giuseppe Caputo, una delle voci contemporanee più potenti della letteratura latino-americano, che con il suo “Un mondo orfano” racconterà il rapporto padre-figlio mettendo a nudo l’omofobia con brutale onestà. Una penna lirica, audace e selvaggia che fonde amore e rabbia, sesso e ribellione. Do ancora uno sguardo all’ultima novità della casa editrice “Diana Spencer. Morte, mito e misteri” della giornalista Annalisa Angelone, presentato in fiera, quindi, mi allontano con la mia copia di “Nel rumore del fiume”, ripromettendomi di leggere presto, anche il romanzo di Caputo che mi attende in libreria ormai da troppo.
Allo stand de L’orma editore incontro il redattore editoriale Nicolò Petruzzella. Mentre osservo le copertine dei tanti libri del premio Nobel Annie Ernaux, che al tempo della sua prima pubblicazione rappresentò una scommessa per l’editore, Nicolò mi racconta di altre due sorprendenti autrici. La prima è Emanuelle Pagano, una delle più ambiziose scrittrici contemporanee francesi, che nella raccolta di racconti “Una volpe a mani nude” da voce ed espressione ad un popolo di emarginati. La seconda, è Irmgard Keun, autrice, ormai da anni, al centro di una riscoperta. La compagna di Joseph Roth, infatti, raccontò le contraddizioni della società europea prima e durante la Seconda guerra mondiale, concentrandosi in particolare sulla condizione della donna. Lei stessa, forte e combattiva, denunciò lo Stato per danni, quando le sue opere furono proibite dai nazisti. Della sua produzione letteraria, rimasta sconosciuta in Italia per decenni, l’Orma editore ha pubblicato “Gilgi, una di noi”, “Doris, la ragazza misto seta”, “Una bambina da non frequentare” e “Dopo mezzanotte”. Affascinata dalla storia dell’autrice, lascio lo spazio editoriale portando con me una copia di quest’ultimo.
Proseguendo il mio viaggio tra gli stand degli espositori, mi rendo conto di quanto siano importanti questi eventi, capaci di lasciare il segno in un panorama culturale, come quello contemporaneo, in cui, troppi autori ed editori faticano ancora ad emergere. Saluto a malincuore “Ricomincio dai libri”, ma non prima di aver preso parte ad un’ultima e piacevolissima presentazione: “Delitto in riva al mare” di Antonio Lanzetta edito da Newton Compton Editori. Si tratta di un thriller dai contorni inquietanti in cui, la vittima, Elena, ritrovata brutalmente uccisa su una spiaggia di Salerno, verrà riconosciuta nei disegni del giovane ospite di un ospedale psichiatrico, reduce da un passato straziante e sopravvissuto a quella che chiamarono “La casa degli orrori”. Al di là della trama particolarmente accattivante, durante la presentazione, l’autore del bestseller “L’uomo senza sonno”, racconta del tentativo di “fondere tutte le mie passioni e le mie letture, perché sono prima di tutto un lettore” dando vita, così, ad un “crossover di generi”, come lo definirà Paquito Catanzaro. Durante l’evento si discuteranno altri temi fondamentali come la territorialità, ossia la capacità di far emergere il proprio territorio attraversò le pagine di un libro, cosa in cui Lanzetta riesce sempre abilmente. “Un autore lascia tracce della propria coscienza nelle pagine di un romanzo”, con questa frase di Lanzetta si conclude un incontro tanto atteso, che abbandonerà i partecipanti ad una naturale ma ardente curiosità: cosa sarà accaduto ad Elena?
Lascio l’edizione 2023 della fiera del libro di Napoli portando via con me tante nuove pubblicazioni, ma anche un bagaglio pieno di sorrisi, emozioni, passioni, meravigliose sorprese e piacevoli confronti. In attesa della nuova edizione, ed approfittando dell’inizio di una nuova stagione, come sempre, carica di impegni, desideri, progetti ed aspettative, credo proprio che mi affiderò a questo splendido e prezioso consiglio: io “Ricomincio dai libri”.
Ricomincio dai libri 2023: ecco come è andata a cura di Angela Finelli per The BookAvisor.
Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The BookAdvisor.