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“La cieca di Sorrento” di Francesco Mastriani: recensione libro

Il perdono è un balsamo per chi lo riceve. Non tutti sono capaci di perdonare, esserne in grado significa avere un animo che abbraccia qualcosa che va oltre la bontà. Non servono giri di parole quando il solo stesso termine racchiude tutta la sua potenza. Si può sfruttare sino all’osso la furia della rabbia per un torto subito, ordendo anche la più sottile della vendetta, ma il conforto della clemenza non ha pari dinanzi ad una condizione di strazio e di dolore.

La misura delle due cose si restringe nel sapersi salvi nell’animo. Ci si sente sereni, appagati. I muscoli riprendono vigore e torna la fiducia nella provvidenza. Quando si cade in basso e si chiudono tutte le porte, la litania del perdono diventa la preghiera da seguire come biglie lasciate cadere a casaccio. La furia di risollevarsi è talmente violenta che non si riesce a mettere a fuoco l’uscita. Tutte le direzioni sembrano buone e lasciarsi prendere dalla foga della salvezza nel marasma del tormento, che schiaccia ogni singolo muscolo, porta a perdere l’obiettivo più chiaro. A volte, ci si nasconde per sottrarsi alle proprie responsabilità. Più la colpa è pesante e più sarà grande il perdono, se arriva. Non c’è nessuna flemma nell’assoluzione di un grave reato o di un indicibile errore. Non può essere un timido rimpiazzo, ma una salda convinzione del fermoposta della propria volontà.

In La cieca di Sorrento di Francesco Mastriani vivi la tempesta di più anime, alcune condannate alla vergogna ed altre perdonate anche per colpe non commesse direttamente. 1840, Gaetano Pisani, studente di medicina, si improvvisa professore dinanzi al corpo di sua sorella Caterina, morta di tubercolosi. Diventa così un noto e stimato medico, con sé porta il disagio e l’infamia per il decesso del padre. È uno scontroso, Gaetano. Si nasconde e lascia Napoli. L’incontro, a Sorrento, con Beatrice, una nobile ragazza che neonata perde la vista, lo mette con le spalle al muro. Deve farsi perdonare qualcosa di terribile, deve riscattarsi agli occhi dell’amata e tramare una vendetta.

il romanzo è sorprendente, un vero capolavoro della letteratura. La narrazione è un tripudio di emozioni e scorre tra colpi di scena ed originalità creativa. Lo stile è poetico, pregno di una sorprendente bellezza.  

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“La cieca di Sorrento” di Francesco Mastriani, edizioni Scrittura & Scritture.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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