Libri in pillole

“Distanza di sicurezza” di Samanta Schweblin: recensione libro

Un letto di ospedale, una donna febbricitante, un bambino e un racconto che affiora in superficie come un serpente a sonagli, risvegliato dalle voci dei due protagonisti, che lo conducono e lo guidano nelle pieghe di un passato oscuro, doloroso, a tratti sovrannaturale, ma che deve però essere ricostruito. Sono questi pochi elementi a caratterizzare la narrazione di Distanza di sicurezza, di Samantha Schweblin. Sufficienti, tuttavia, a creare un thriller psicologico che trasuda affanno e inquietudine da ogni singola pagina.

“Io considero sempre la peggiore delle ipotesi. La chiamo «distanza di sicurezza», così definisco la distanza variabile che mi separa da mia figlia, e passo metà del tempo a calcolarla, anche se poi rischio sempre più del dovuto”.

La distanza di sicurezza è quella che adottiamo continuamente nella vita di tutti i giorni, anche senza rendercene conto. Per oltrepassare indenni i pericoli, per evitare di entrare in contatto con qualcosa che potrebbe farci male, per conservarci e conservare ciò che ci è più caro. Distanza di sicurezza che spesso diventa sinonimo di controllo, di precauzione, di salvezza. Ma niente è più inesorabile degli eventi che accadono e si susseguono, e ci sono situazioni in cui a poco servono le misure preventive.

“«Prima o poi succederà qualcosa di brutto», diceva mia madre, «e quando sarà, voglio averti vicino»”.

Poche coincidenze, ma decisive

E allora bastano poche coincidenze per far saltare la struttura di protezione che abbiamo costruito. Nel caso della Schweblin sono una campagna infestata da liquami tossici, la morte improvvisa di un cavallo, la magia di una curandera che mette a disposizione le sue doti soprannaturali nel tentativo di salvare una comunità e il misterioso caso di un bambino, che dopo aver ricevuto le cure sembra non essere più sé stesso.

Ed è una narrazione piuttosto surreale quella della giovane autrice argentina, piena di mistero, oscura, ma anche onirica, in cui il confine tra reale e fantastico diventa sempre più labile. Un romanzo breve che tuttavia lascia il lettore col fiato sospeso e un costante senso di turbamento, perché quello della Schweblin è un vero e proprio tour nell’inferno dell’angoscia, della paura, del senso di smarrimento che si prova davanti all’ignoto che ha contorni sfocati, magici, dunque incomprensibili.

“Distanza di sicurezza” di Samanta Schweblin, edizioni Sur. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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