Un libro tra le mani

“Agostino” di Alberto Moravia, recensione: Un libro tra le mani

Agostino”, di Alberto Moravia.

 

Periodicamente torno su Moravia… e mi piace sempre.

Questo libro lo scrisse ad Anacapri nel 1942, nel mese di Agosto (da cui il titolo), ma poté essere pubblicato solo nel 1945, in quanto ritenuto troppo audace e scabroso dalla censura fascista.
Oggi di scandaloso, in questo romanzo, non vi è nulla.
Ma solo un bellissimo ritratto della presa di coscienza di un ragazzino che si affaccia nell’adolescenza, con tutti i turbamenti del caso.

Agostino, la sessualità e la classe sociale 

Trovo che non sia corretto neanche considerarlo un romanzo sull’iniziazione sessuale di un adolescente, perché, di fatto, non è così: Agostino scopre la sessualità altrui, della madre, dei ragazzi che incontrerà durante questa particolare estate, ma non la sua.
Si rende conto, e in modo anche abbastanza brutale, che il mondo intorno a lui non è puro… che sua madre (di cui è “edipicamente” molto geloso) è una donna, oltre ad essere una mamma, e che i ragazzi intorno a lui sanno cose che lui ignora.
Scoprirà la potenza della sensualità, si troverà a schivare degli approcci omosessuali e si renderà conto, per la prima volta, dell’esistenza di una classe sociale molto diversa e lontana dalla sua.
Agostino perderà l’ingenuità che lo aveva contraddistinto fino a quel momento, dovuta anche e soprattutto al mondo ovattato e borghese in cui è cresciuto, e sentirà il bisogno di allontanarsi dalla figura materna, di sporcarsi…
Cercherà di bruciare le tappe per dimostrare al mondo, e a se stesso, di non essere più un bambino, di essere un uomo, di aver capito tutto.
Ma in fondo ha solo 13 anni e quello che sperimenta sono solo i primi turbamenti, i primi timidi passi verso l’età adulta.

La ferocia che spaventa e affascina

Ancor più che il tema della sessualità, a me ha colpito quello dell’accettazione da parte del gruppo dei pari.
Più di ogni cosa Agostino desidera quello.
Essere accettato da un gruppo così lontano da lui, dal suo mondo, dal suo stile di vita, anche a costo di subire umiliazioni e prevaricazioni, o rinnegare la sua provenienza e fingersi quello che non è.
Vede in loro un qualcosa di feroce e animalesco che lo disgusta e allo stesso tempo lo affascina moltissimo.

“[…] come il solito, la sua ripugnanza non era più forte della torbida attrattiva che lo legava alla banda; e, mescolata con essa indissolubilmente, non gli permetteva di capire quanto piacere si nascondesse in realtà in fondo a quel ribrezzo”.

Agostino, come molti protagonisti moraviani, vive nella frustrazione, si sente escluso, e fino alla fine non riuscirà nei suoi intenti, quasi a voler rispondere ad un imperativo angoscioso di fallimento.

Moravia e la sua scrittura 

Sempre diretta, secca, ma molto intensa la sua scrittura, Moravia riesce a farci percepire la luce del sole che si riflette nell’acqua del mare, a farci sentire il caldo torrido dell’estate, la salsedine sulla pelle, l’odore tipico delle cabine degli stabilimenti balneari, quel mix di sale, polvere e umidità.
Scrittura che predilige le sensazioni ai fatti.
E su questo bellissimo palcoscenico mette in scena pudore e vergogna, innocenza e morbosità, dolcezza e violenza.

 

Moravia condensa in poco più di un centinaio di pagine un affresco di formazione non solo erotica, ma anche sociale.
Molto bello.

“Agostino” di Alberto Moravia, Bompiani Editore . Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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