Rete Miceliale

“Pet sematary” di Stephen King: recensione libro

“Probabilmente sbaglia chi crede che vi sia un limite all’orrore che la mente umana può sperimentare. Al contrario, per quanto possa dispiacere ammetterlo, l’esperienza umana tende, per molti aspetti, a confermare che, quando l’incubo diventa sufficientemente cupo, orrore dà origine a orrore, un male fortuito genera altri e spesso più deliberati mali, finché la tenebra sembra ricoprire tutto. E l’interrogativo più agghiacciante potrebbe essere, forse, quanto orrore la mente umana può sopportare pur conservando un equilibrio vigile, attento, implacabile.”

Durante la lettura mi sono chiesto più volte cose avrei provato nell’affrontare Pet Sematary in quei lontani anni ‘80, da adolescente. Mi sono chiesto quante notti insonni avrei trascorso dopo aver accompagnato Louis Creed su quella montagna addobbata di rami morti e poi oltre la Palude, fino al cimitero dei Micmac.

Non lo saprò mai, ma so cosa ha voluto dire leggere Per Sematary da adulto. Più di tutto in questo romanzo ci sono la morte, la paura della morte, il rifiuto della morte. E un profondo senso di colpa che scaturisce dal non saper accettare – o dall’aver accettato – l’orrore di una vita che si spegne.

Perciò, cosa porterò con me? Non il terrore per la paura dell’ignoto. Quello no. Ma il fragore della mente di Louis Creed che si spezza, l’assordante rumore delle ossa di una mitologia antica e cattiva che cercano in tutti i modi di saldarsi allo carne del presente. Questo sì, questo lo porterò con me. E anche la tentazione di una possibilità inconfessabile. La disperazione della consapevolezza, di vedere il proprio futuro imboccare la strada sbagliata ma di non poter – e non voler – fare niente per evitarlo. E il limite e il superamento di quel limite.

King scava tra i ricordi, le speranze e le paure di Louis. Scolpisce a fondo, prepara una comoda poltrona fatta di memorie, sangue e muscoli e ci invita a sederci proprio lì. Al centro di quel crocevia inconfessabile dove il cuore di un uomo incontra orrori innaturali capaci di portarlo dove non avrebbe mai dovuto andare. E la razionalità di Louis, di Ellie, di Jud e di Rachel si ribella condensandosi in un istinto primordiale che però non può nulla contro la possibilità così profonda come quella di trasformare in transitoria l’eternità della morte.

Non possiamo vincere perché questi poteri, queste opportunità, sono tutto ciò che un uomo non può affrontare. 

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“Pet sematary” di Stephen King edizioni La Corte Editore. Rete Miceliale.

Maico Morellini

Maico Morellini, classe 1977 vive a Reggio Emilia e lavora nel settore informatico dove si districa tra cinema, programmi e letteratura. Il suo primo romanzo di fantascienza, Il Re Nero, ha vinto il Premio Urania 2010 ed è stato pubblicato l’anno successivo da Mondadori. Sempre per Mondadori nel maggio 2016 è uscito il romanzo La terza memoria. Nel 2018 il romanzo Il diario dell’estinzione edito da Watson ha vinto il Premio Italia 2019 come miglior romanzo fantasy. Nel 2019 ha pubblicato all'interno dell'Urania Millemondi Strani mondi il racconto Fatum e con Providence Press il romanzo Il ragno del tempo, vincitore del Premio Italia 2021. Ha partecipato a diverse antologie tra cui 365 Racconti sulla fine del mondo, Propulsioni di improbabilità, I sogni di Cartesio e Ma gli androidi mangiano spaghetti elettrici? e pubblicato altri diversi racconti.

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