I libri di Riccardo

“Tre piani” di Eshkol Nevo: recensione libro

I piani hanno sempre avuto una certa fortuna in Letteratura, dai “molteplici piani di lettura”, grande classico della critica, ai “Sette (indimenticabili) piani” di Dino Buzzati. Nel romanzo di Nevo i piani sono tre, tre sono le storie, mentre ben più di tre sono le discussioni tra estimatori e detrattori della versione cinematografica di Nanni Moretti che ha affiancato il libro. Del film, non avendolo visto, posso dire poco, anche se il cambio d’ambientazione mi lascia alquanto perplesso, come è stato per “La vita davanti a sé” di Gary, e mi lascia perplesso proprio perché se quello di Romain è un romanzo spiccatamente francese, quelli di Eshkol sono tre racconti lunghi spiccatamente israeliani.

Cenere, cenere, …sul capo per un doppio avverbio in appena un paio di righe. Siccome “il cielo dei poeti è un po’ affollato in questi tempi”, mi sa che mi son giocato “il posto da usciere o da scrivano”.

Chiuso l’inciso, torniamo alla palazzina di Nevo, dove, alle porte di Tel Aviv, il signor Sigmund Freud affitta appartamenti, e li affitta ai signori Es, Io e Super-Io. Tre appartamenti per tre storie che rimangono separate, nonostante qualche incrocio significativo, ma del tutto casuale. Diversi sono i mezzi utilizzati dai narratori, diversi sesso, età e ruolo sociale degli stessi. Unico, invece, il talento di Eskol Nevo, la sua capacità di approfondimento psicologico, il suo sguardo pacato sui perdenti, uno sguardo che mi ricorda quello di un grandissimo della Letteratura e le sue pipe, la sua capacità d’infilare il pennino sotto lo smalto per far saltare via la doratura di tre placide esistenze borghesi, corrose in profondità dalla ruggine del vivere.

Un giudice in pensione, affrancata dalle mansioni famigliari, alla ricerca di un ruolo che prenda il posto di quello istituzionale. Una madre travolta, in assenza del marito, dai fantasmi della sua infanzia, dalla cura dei figli e dalla routine della loro gestione. Un padre, troppo attento alle presunte vulnerabilità altrui per accorgersi delle proprie, sottovaluta l’accanimento del sospetto nell’erodere le certezze su cui poggia la sua vita.

Le pagine scivolano veloci, nette e nitide, intense, nel silenzio di questo quartiere troppo lindo, troppo ordinato, troppo silenzioso, troppo esposto alle insolenze sonore dei barbagianni, eppure sai che si fisseranno nella tua memoria, pur descrivendo storie ordinarie, proprio per la capacità del narratore nell’isolare lo straordinario lavorio dei tarli che scavano la psiche umana.

Pagine, in elegante equilibrio tra brutalità e compassione, spingono il lettore ad abbandonare i piani alti, gli attici del Super-Io, delle certezze, delle dicotomie, e scendere imboccando scale consumate dai dubbi della propria esperienza. Un’ottima prova letteraria, che scorre lieve e gradevole, nonostante la cura con cui è stata pensata e costruita, un libro in grado di soddisfare lettori diversi, e di stimolare riflessioni diverse.

Chi ha detto “piani di lettura diversi”? …eh, no! no! come si è detto: troppo facile!

“Tre piani” di Eshkol Nevo, edizioni Neri Pozza. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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