Un libro tra le mani

“La ricreazione è finita” di Dario Ferrari, recensione: Un libro tra le mani

LA RICREAZIONE È FINITA, di Dario Ferrari.

Se tempo fa mi avessero chiesto “vuoi leggere un libro sul dottorato universitario fuso con il terrorismo degli anni ’70?”, avrei risposto “no, grazie, non è il mio genere”.
Poi, il mio gruppo di lettura (dal vivo) ha scelto “La ricreazione è finita” come lettura del mese… ed io mi sono dovuta ricredere alla grande.
Sì, perché questo è davvero un gran, gran, gran bel libro!!!

Scrittura fresca, ma curatissima.

Le frasi sembrano essere poggiate lì con scioltezza, con estrema naturalezza, ma in realtà ogni parola è studiata e messa esattamente al posto giusto, con il giusto tono.
Brillante l’ironia che pervade la narrazione, per voce di Marcello, il giovane protagonista, che si dimostra subito elegantemente feroce nel descrivere i meccanismi del mondo accademico universitario ed estremamente autoironico per quel che riguarda la sua vita personale.
Ferrari apre una finestra su un mondo, per molti, sconosciuto… e spesso idealizzato, quello dei dottorati di ricerca.
Sono tante le regole tacite che vigono in quell’ambiente, codici di comunicazione comprensibili solo agli addetti ai lavori, cose che si possono dire e cose assolutamente vietate, schieramenti, cordate, concorsi pilotati, escamotage per conquistarsi l’approvazione e la protezione dei baroni, per cui muoversi al suo interno non sarà affatto facile per il nostro uomo, abituato com’è ad evitare qualsiasi impegno e responsabilità.

“Alle volte uno si crede incompleto, ed è soltanto giovane”

Infatti questo è anche un libro sul voler procrastinare l’entrata nel mondo degli adulti, un crogiolarsi sui comodi cuscini dell’inconcludenza, più per pigrizia che per immaturità vera e propria.
Ma la vita, a volte, anche in maniera piuttosto bizzarra e involontaria, ti mette davanti a delle situazioni, e Marcello si ritrova, con tutto il suo bagaglio di trentenne fancazzista, a vincere un concorso per il dottorato di ricerca in lettere.

Una bella lezione di accademismo, dunque, intervallata dalla vita del protagonista… e dalla biografia politica di un ipotetico scrittore/terrorista viareggino, Tito Sella, su cui il giovane ricercatore dovrà fare la sua tesi di dottorato.
Ed ecco, quindi, che ci ritroviamo a leggere la storia di un certo periodo storico, ovvero quello degli anni di piombo, filtrata dagli occhi di un trentenne dei nostri giorni abbastanza lontano da ogni schieramento politico, per certi versi “impreparato” a questo tipo di lavoro, ma che, proprio grazie a questo suo sguardo vergine, riuscirà a cogliere cose inaspettate… non ultima una sorta di identificazione e di parallelismo tra se stesso e il terrorista oggetto del suo studio.

Non reale, ma veritiero

Lo ammetto, durante la lettura temevo che la parte più storico/politica potesse annoiarmi, ed invece mi sono ritrovata totalmente coinvolta nella vita di Tito Sella e nella costruzione della banda armata a cui lui, insieme a un gruppetto di suoi amici “sgangherati“, riescono a dare vita.
L’alternanza di momenti leggeri e di momenti più tragici è calibrata benissimo, dando vita ad un racconto mai noioso e intellettualmente molto stimolante.
Il finale poi è davvero bellissimo, e per me decisamente inaspettato.
Le ultime pagine sono di grande spessore e culla di profonde riflessioni.

Nonostante tutta la storia sia assolutamente inventata, si percepisce molto bene l’attento studio che sta sotto il periodo storico trattato, benché in una chiave non troppo truce, per cui ne viene fuori un libro non reale, ma decisamente veritiero.

“A volte uno si crede giovane, e invece è soltanto incompleto.”

In una parola, questo libro è “illuminante”.
E chi ha lo ha letto sa che l’aggettivo non è affatto casuale.

 

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“La ricreazione è finita” di Dario Ferrari, Sellerio editore . Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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