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Di Versi in Versi: “Percorsi silenziosi” di Sonia Zuin

Per “Di Versi in Versi”, vi proponiamo la lettura di “Percorsi silenziosi” di Sonia Zuin, edito da Le Mezzelane Casa Editrice.

sonia zuin percorsi silenziosi
Percorsi silenziosi è una storia intima, personale, una narrazione in versi del percorso intrapreso dall’autrice per arrivare a diventare Sonia, a diventare donna, partendo da un genere che sentiva non appartenerle. Per alcuni testi parte della raccolta poetica, è necessario fare quel tipo di collegamento tra interiorità e scrittura, per dare valore alla composizione poetica, altri invece vivono e hanno forza propria.

Ci sono immagini molto potenti, non date dalle parole, ma dall’atmosfera:

«io sono qui

accanto a te

con una penna e un foglio di carta

il comodino in bambù accanto a me  

delle scarpe vecchie là nell’angolo».

Il linguaggio è molto semplice, diretto. In alcuni tratti questa semplicità funziona, sembra l’unica strada percorribile, perché la poesia deve essere proprio la parola che ti aspetti, non un groviglio, per girare intorno a un concetto o a un’immagine.

La sezione centrale, “Abissi”, dove l’autrice entra nel vivo del tuo percorso interiore, quello della transessualità, è molto intensa. In alcuni casi i testi sono descrittivi, andando diretta al cuore dell’emozione provata, senza rinunciare però all’immagine poetica, spesso potente, pervasiva:

«il muro eretto dentro di me

contro il mondo esterno

mi sta svuotando della vita».

Si sente, nei versi, profonda l’emotività, le parole sono tutte sofferte, non parlano solo di sofferenza, ma sono sofferenza esse stesse: «il mio mondo usurpato dal mio alter ego uomo / a lui gli onori e il successo / a me la tristezza»; un passaggio che chiaramente è impossibile da svincolare dal percorso interiore della transessualità; uguale in passaggi come quello della poesia che chiude la raccolta: «vedo riflessa una donna / e non mi sembra vero che quell’immagine che sorride sia io».

sonia zuin percorsi silenziosi

La raccolta è intensa, arriva potente. È un libro di cui non pentirsi e su cui vale la pena soffermarsi.

Felicia Buonomo

Felicia Buonomo è nata a Desio (MB) nel 1980. Nel 2007 inizia la carriera giornalistica, occupandosi principalmente di diritti umani. Alcuni dei suoi video-reportage esteri sono stati trasmessi da Rai 3 e RaiNews24. Attualmente è giornalista presso Mediaset ed è nella redazione di Osservatorio Diritti. Alcune sue poesie sono state pubblicate su riviste e blog letterari, quali La rosa in più, Atelier poesia, la Repubblica – Bottega della Poesia e altrove. Alcuni suoi versi sono apparti anche su riviste e blog letterari degli Stati Uniti, quali Our Verse Magazine, The Daily Drunk Mag e Unpublishable zine. A dicembre 2020, una poesia – tradotta in francese da Bernard Giusti – verrà pubblicata sulla rivista parigina “L'Ours Blanc”. Altri suoi testi poetici sono stati tradotti in spagnolo dal Centro Cultural Tina Modotti. Cura una rubrica dedicata alla poesia su “Book Advisor”. Pubblica il saggio “Pasolini profeta” (Mucchi Editore, 2011), il libro-reportage “I bambini spaccapietre. L'infanzia negata in Benin” (Aut Aut Edizioni, 2020), la raccolta poetica “Cara catastrofe” (Miraggi Edizioni, 2020) e la raccolta poetica "Sangue corrotto" (Interno Libri, 2021). Dirige la collana di poesia “Récit” per Aut Aut Edizioni.

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