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Il peso del coraggio di Michele Navarra: un avvincente giallo giudiziario con l’avvocato Gordiani e la ricetta della carbonara

Oggi vi porto con me a scoprire un interessante romanzo che vi farà conoscere più da vicino il mondo della giustizia italiana: “Il peso del coraggio” di Michele Navarra, pubblicato da Fazi Editore nella collana Darkside. Il libro, uscito ad aprile 2023, è stato inserito nel programma della seconda edizione del Festival “Brividi a km 0”, ideata e diretta da Danilo Villani in collaborazione con Sugarpulp, che si è svolta ad aprile 2024. Relatrice attenta, l’avvocata e scrittrice Maria Lovito.  

L’autore, Michele Navarra, è un avvocato penalista romano che ha seguito alcune tra le vicende giudiziarie più importanti della storia italiana: dalla strage di Ustica alle imprese della Uno bianca. Scrive da oltre quindici anni e, con i suoi romanzi – i cui diritti cine-televisivi sono stati opzionati – ha vinto vari premi letterari. Proprio pochi giorni fa, il 6 giugno, al Teatro Golden di Roma, Michele Navarra ha esordito con successo anche come regista teatrale della pièce “Il colore della giustizia, adattamento del suo romanzo d’esordio “L’ultima occasione”, nell’ambito della IX edizione del Festival del Teatro Forense.

Il peso del coraggio” di Michele NavarraIl protagonista dei suoi gialli giudiziari – genere nel quale Navarra è maestro –  è l’avvocato Alessandro Gordiani. Dite la verità, anche voi siete tra coloro che non vedono di buon occhio la categoria degli avvocati? Vedrete che leggendo i romanzi di Michele Navarra vi ricrederete. Perché anche gli avvocati non sono tutti uguali.

Alessandro Gordiani è un avvocato che conosce bene la sua professione e la esercita con abilità ma si discosta dall’immagine stereotipata della categoria che molti hanno in mente: cinica, senza scrupoli e avida di soldi. 

Nel libro Il peso del coraggio – titolo splendido che rende omaggio ad una canzone di Fiorella Mannoia, vedremo Gordiani attraversare Roma in sella alla sua adorata, vecchia Vespa PX Arcobaleno la quale, oltre ad essere una delle protagoniste dei romanzi di Michele Navarra, ha acquisito un posto di spicco anche nel libro “Le infinite strade della Vespa” di Lorenzo Franchini, che racconta la storia dello scooter più famoso al mondo.

Un acuto senso di angoscia cattura sempre l’avvocato Gordiani di fronte a ogni nuovo incarico professionale:

È esattamente così che mi sento: un marziano, un malato, un mascalzone. Un impostore, ecco. Uno sempre costretto a fingere, uno che si sforza di apparire sicuro quando in realtà le sue certezze sono pari o vicine allo zero assoluto. Da me le persone vogliono la soluzione ai loro problemi, si affidano a me perché io le tiri fuori dai guai. In altre parole, mi chiedono di essere salvate. Salvate da cosa? Dalla preoccupazione, dalla vergogna, dalla paura di un’ingiustizia o, peggio, dalla paura che giustizia sia fatta.”

Questa volta l’angoscia di Gordiani è ancora più logorante: un medico, Emanuele Fontana, allenatore di una squadra di calcio, è accusato di pedofilia nei confronti di un suo allievo, l’adolescente Diego, e Alessandro Gordiani deve “riuscire a far condannare il gran pezzo di fango che l’ha violentato.” Ma a volte la Giustizia non è giusta e il papà di Diego si troverà ad essere accusato di omicidio e Gordiani farà di tutto per difenderlo da questa pesante accusa.

Il peso del coraggio” di Michele Navarra

Nel Il peso del coraggio emerge di nuovo uno degli obiettivi dell’autore: far conoscere ai lettori, in quanto cittadini, come funziona la macchina della giustizia italiana. Michele Navarra riesce a farlo con un linguaggio semplice, chiaro ma curato, dando vita ad un giallo giudiziario dalla trama che coinvolge e intriga e che ci fa partecipare – e simpatizzare – con i rovelli interiori e le riflessioni dell’avvocato Gordiani: esiste una Giustizia “giusta”? Legge e Giustizia riescono a coincidere? O, spesso, i processi non riescono a fare giustizia? E un avvocato può trovarsi schiacciato tra il dovere deontologico di difendere un imputato e il convincimento che, a volte, ci siano imputati “indifendibili”?

Alessandro Gordiani che, per ammissione di Michele Navarra, ha rappresentato il suo alter ego agli inizi della sua carriera da scrittore, ma in seguito ha acquisito ulteriori e diverse caratteristiche, è sì un avvocato di carta ma che presto si rivela un personaggio a tutto tondo, con i suoi pregi e difetti, le sue luci e le sue ombre, le sue ferite: professionista con un alto senso del dovere ma macerato da una forte tensione interiore e dal desiderio di far vincere la “verità”; padre amorevole per le sue figlie ma anche marito annoiato dalla routine del matrimonio, al quale non dispiacerebbe cedere al fascino dell’affascinante collega Patrizia; un uomo, un professionista che potrebbe permettersi un mezzo di locomozione più consono al suo status sociale ma che invece resta fedele alla vecchia Vespa; un romano innamorato della Magica ma rassegnato alle numerose sconfitte della squadra del cuore; un cittadino che adora la sua città ma che spesso si trova invischiato in liti da traffico, in particolare con i tassisti romani, i “taxi driver de noantri”, che non brillano per educazione.

In fondo, Gordiani è un adorabile sognatore – come non esserlo essendo tifoso della Magica?  – con il quale non possiamo non empatizzare. E ci arrovelliamo insieme a lui quando Giancarlo Loria, il papà del bambino abusato, è accusato di omicidio e Gordiani si trova a difenderlo da un’accusa alla quale da avvocato non crede.

La storia raccontata da “Il peso del coraggio” ci afferra emotivamente e pagina dopo pagina ci prende per mano e ci fa avvicinare alle tante sfumature che può assumere il “Male”. D’altronde, come scrisse Arthur Bloch, “l’unica cosa imperfetta è la razza umana”.

Alla fine del libro, e di questo logorante processo che l’autore sa raccontare magistralmente, rendendolo avvincente e facendo montare la suspense, forse Gordiani si convincerà che “solo Dio è innocente”, per parafrasare proprio il titolo di un precedente romanzo dello scrittore romano.

Michele Navarra, con la sua abilità di giallista e di narratore, ci ha permesso di scandagliare insieme a lui il buio che spesso caratterizza l’animo degli esseri umani. Adesso, come in ogni buona storia, dopo un ritmo incalzante noi lettrici e lettori abbiamo bisogno di una piacevole pausa: prepariamo la ricetta della pasta alla carbonara, uno dei piatti amati dall’avvocato Gordiani e, ne sono certa, da molti di noi:

“Canticchiando ‘C come carbonara’, mi avvicino alla porta della cucina e sento che Chiara sta ancora conversando allegramente con l’amica. [….] Quando la pentola diventa rovente ci butto dentro il guanciale e lo faccio croccantare nel suo grasso, mentre a parto preparo le uova e il pecorino, poi aggiungo il pepe e un pizzico di peperoncino, perché a me il piccante fa impazzire, nel cibo come nella vita. Un aroma meraviglioso si diffonde per tutta la cucina e dopo trenta secondi Chiara fa capolino dalla porta, ancora con il cellulare in mano.”

Mentre mi accingo a salutarvi, in fiduciosa attesa della prossima avventura di Gordiani, mi sembra di vederlo mentre suona al sax “Fai finta che solo per noi due passerà il tempo, ma non passerà questa lunga storia d’amore”: quella di Gordiani per la professione di avvocato, quella di Michele Navarra per la scrittura e la nostra di lettrici e lettori per i suoi libri.

Torna presto, Gordiani.

Il peso del coraggio di Michele Navarra, Fazi editore, collana Darkside, 2023, pagine 333, costo 17,50 euro

Una breve intervista enogastronomica all’avvocato Alessandro Gordiani

Lo so. Sarete un po’ invidiosi ma io sono riuscita a intervistare l’avvocato Alessandro Gordiani (e, ammettetelo, con un personaggio di carta non è così facile). Da scribacchina furbetta e boomer quale sono, l’ho lasciato tranquillo durante la settimana quando è impegnato nei processi ma di domenica mi sono fatta svelare i suoi gusti eno-gastronomici.

L’avvocato Gordiani, da gentleman qual è, è stato gentilissimo e ha risposto con grande disponibilità alle mie domande.

  1. D. Avvocato Gordiani, per la carbonara, pasta lunga o pasta corta?
  2. R. Sono amante della pasta lunga e in particolare degli spaghetti alla chitarra (rigorosamente di Gragnano!). Ma dal momento che sono un papà innamorato delle mie figlie, spesso faccio decidere loro: e allora, a volte, si utilizzano i rigatoni.
  3. D. Dopo la carbonara, qual è il suo primo preferito?
  4. R. I bucatini all’amatriciana, ai quali mi piace aggiungere, come per la carbonara, un po’ di peperoncino. Amo il piccante: nei cibi come nella vita.
  5. Quale vino preferisce abbinare con la pasta alla carbonara?
  6. R. Amo i rossi potenti, in modo particolare l’Amarone. Siccome è un vino molto costoso, a volte, in alternativa, scelgo vini di qualità ma economicamente meno impegnativi come un Primitivo di Manduria, un Nero D’Avola, un Cannonau di Sardegna. Anche i bianchi li preferisco forti, di personalità come il Pecorino o il Vermentino di Gallura.
  7. D. Preferisce una buona carbonara a casa o in trattoria?
  8. R. Con qualche annetto in più sulle spalle, oggi dico: carbonara a casa! Ormai cerco di evitare di mangiare in trattoria o al ristorante, dove spesso utilizzano esaltatori di sapidità che rendono il pasto più pesante e meno digeribile
  9. D. Caro Avvocato, nel salutarla, un’ultima curiosità: dolce o salato?
  10. R. Sono un goloso, quindi rispondo: entrambi! Riguardo i dolci, a quelli più sofisticati, come il montblanc o il millefoglie, preferisco quelli più semplici come il cornetto o la bomba alla crema, i gelati, la torta di frutta.

E ora…la ricetta della pasta alla carbonara


Ingredienti (per 6 persone):

400 g pasta (spaghetti, rigatoni o mezze maniche: sui gusti non si discute); 280 g di guanciale; 200 g di pecorino romano DOP; 5 tuorli (media grandezza); pepe nero q.b.

Preparazione:

Il conteggio delle uova è di 1 tuorlo medio a commensale più 1 tuorlo extra. Per avere una bella crema gialla, è preferibile utilizzate uova a pasta gialla. Per il pepe, sarebbe meglio utilizzare quello nero in grani, macinato al momento, che conferirà tutto l’aroma.

Mettete a scaldare una pentola di acqua. Di sale ne basta poco: il pecorino è già molto saporito. Quando avrà raggiunto il bollore, lessate la pasta che avrete scelto: spaghetti o, meglio, rigatoni o mezze maniche.

Nel frattempo, prendete il guanciale, eliminate la cotenna, tagliatelo a listarelle piuttosto spesse, di circa mezzo centimetro. Lasciatelo sfrigolare in una padella, a fuoco moderato, finché la parte grassa non diventerà trasparente (non serve aggiungere olio, dato che cuocerà nel suo grasso). Versate il grasso all’interno di una scodella. Rimettete il guanciale sul fuoco per pochi minuti per renderlo croccante. Poi spegnete la fiamma e conservate il guanciale a parte.

Mettete i tuorli in una scodella, unite il pecorino (tenendone due cucchiai per la decorazione) e una spolverata di pepe nero macinato al momento. Amalgamate brevemente con una spatola. Unite il grasso del guanciale precedentemente messo da parte, per rendere il composto di tuorli cremoso e vellutato.

Prima di scolare la pasta, tenete da parte un bicchiere di acqua di cottura. Dopo aver scolato la pasta, versarla nella padella dove avete cotto il guanciale e poi unite la crema di tuorli, il pecorino e un piccolo mestolo di acqua di cottura. Mescolate molto bene per far amalgamare il tutto. Se fosse necessario, unite ancora acqua. Questa operazione andrà fatta rigorosamente a fuoco spento.

Quando la pasta alla carbonara sarà diventata molto cremosa, grazie al calore della pasta e agli amidi contenuti nell’acqua, unite il guanciale (tenendo qualche listarella per la decorazione). Amalgamate brevemente e servite nei piatti. Decorate con una spolverata di pecorino e ancora un po’ di pepe.

E se volete seguire i consigli dell’avvocato Alessandro Gordiani…non dimenticate un pizzico di peperoncino!

Leggere con Gusto, la rubrica che parla di libri e cibo.  

Michela Scomazzon Galdi

Michela Scomazzon Galdi, giornalista pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, mi occupo da oltre 20 anni di comunicazione e organizzazioni eventi nel settore della cultura. In anni più recenti ho scelto di lavorare “per le donne e con le donne” e aiuto le artiste, in particolare quelle emergenti, a promuovere le loro opere e i loro progetti (libri, mostre d’arte, piccoli festival di cinema ecc.) attraverso il supporto di una comunicazione a colori per contribuire insieme a diffondere bellezza nel mondo. Ho lavorato tanti anni per il Dialogo interculturale, anche attraverso un Festival di cinema e cultura ebraica da me ideato e del quale sono stata Direttrice artistica e organizzativa per 10 anni. Pasionaria, salvata dai libri, leggo, scrivo, fotografo (soprattutto la mia amata Roma), adotto meticci e sperimento ricette di cucina. Le mie parole guida nella professione? Cultura, Bellezza, Donne, Diritti, Colori. Il mio mantra professionale e di vita? Mettici più cuore e meno cervello.

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