“X” di Valentina Mira: Come un furto con scasso!
X di Valentina Mira
Questo libro è una lettera.
É la cronaca di uno stupro e di quello che lascia dentro, di come condiziona la percezione di sé, il modo di rapportarsi con gli altri, tutti, dalla propria famiglia al mondo del lavoro.
Ma è soprattutto una lettera ad un fratello amatissimo.
Valentina scrive a suo fratello, l’unico a cui era riuscita a parlare della violenza subita, ma dal quale ha ricevuto in cambio silenzio, disagio, sodalizio con l’aggressore e fuga.
“Ma tu lo sai almeno cos’è uno stupro? No, che non lo sai. Però senti le notizie al tg. Di sicuro le leggi sui social, da quelli non si scampa. Senti i politici che piacciono a G. riempirsi la bocca di questa parola.
Li senti dire bugie sulle violenze sessuali, bugie che fanno ribollire il sangue; li ascolti e ti accorgi che non ne parlano mai davvero se non per crearsi un nemico comodo, lontano da sé.
I nostri corpi, le nostre vite diventano propaganda.”
G. era un amico, di Valentina e di suo fratello.
Una festa, un po’ di alcool, un bacio che stava diventando altro, poi è arrivato il “no”.
“NO“.
Inascoltato.
Ignorato.
Eppure è facile, semplice da capire, solo due lettere, una safeword universale.
Ma la forza s’impone, si prende ciò che vuole, e lascia i segni sul lenzuolo.
Come un furto con scasso.
Lo stupro è stupro anche quando ci si conosce già, anche quando non si viene picchiate brutalmente, anche quando avviene su un letto e non per strada.
Lo stupro è la violazione di una volontà, prima ancora che di un corpo.
E lascia una scia di colpa insidiosa (sono stata io? ho flirtato e quindi me lo merito?) che le impedisce di denunciare per mesi… e quando finalmente prova a farlo si ritrova con un pugno di mosche in mano ed un invito ad uscire dal carabiniere di turno che avrebbe dovuto aiutarla.
Un altro abuso.
E non basteranno le felpe extra large, la fame che se ne va o l’autolesionismo a nascondere il corpo ferito, a lenire il dolore nell’anima, né ad impedire altre molestie sul posto di lavoro.
“Non è vero che la violenza è sempre sbagliata. Al contrario, esiste una violenza giusta. È la rabbia degli oppressi, degli umiliati – delle oppresse, delle umiliate. L’odio di chi troppo a lungo è stato odiato.”
Un libro onesto, sincero, un libro che cerca di trovare le parole per narrare un tabù, per definirlo, per dargli concretezza e renderlo riconoscibile a tutti.
Una confessione che abbraccia, oltre al tema centrale dello stupro, anche quello dei legami famigliari e dei loro difficili equilibri, quello del fascismo, della misoginia e del maschilismo, trasversalmente anche quello del lavoro precario e della difficoltà di raggiungere i propri obiettivi professionali.
“Pensavo che quando ti succede una cosa brutta come uno stupro, l’iceberg della tua vita è quello lì. E invece no. L’iceberg della mia è stato vedere mio fratello che mi voltava le spalle mentre affondavo. È stato allora che ho capito che a ucciderti non è quasi mai l’urto, né il naufragio; è vedere quanto scappa via veloce chi ha una zattera e nessuna intenzione di condividerla.”
Valentina Mira é stata una vittima, ma non fa della violenza subita un motivo di vittimismo.
Con queste sue parole ci ha fatto un dono prezioso, perché ha riempito lo spazio lasciato dal silenzio di tutti gli stupri non denunciati (compreso il suo)… spazio solitamente poi occupato da uomini che lo utilizzano impropriamente per fini politici e propagandistici.
Non dimentichiamoci mai che solo nel 1996 lo stupro è diventato “reato contro la persona” e non solo contro la morale.
Siamo molto molto indietro, c’è ancora chi parla di lupi e di modi per evitarli, di vestiti inopportuni, orari proibiti e drink da non bere.
La follia.
Alla luce di tutta questa ignoranza e ottusagine, libri come questo sono un faro luminoso.
Dal cuore, io ti ringrazio, Valentina Mira.
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“X” di Valentina Mira, Fandango Libri . Un libro tra le mani.