“Persepolis” di Marjane Satrapi, recensione: Un libro tra le mani
PERSEPOLIS, di Marjane Satrapi.
Per la lettura di questa graphic novel devo ringraziare di cuore una mia amica che, un bel giorno, così, a sorpresa, all’uscita di scuola dei bambini, me lo ha consegnato tra le mani dicendomi “devi leggerlo insieme a tua figlia“!
Ed io l’ho fatto.
É stata un’esperienza bellissima e illuminante.
Ho scoperto tantissime cose sulla storia dell’Iran che ignoravo, mi sono ritrovata a spiegare a mia figlia concetti come quello di teocrazia, imposizioni, negazione della libertà in tutte le sue accezioni, punizioni per reati contro la morale.
Il concetto stesso di morale.
Difficile per una decenne comprendere per quale motivo la protagonista (nonché autrice) non possa neanche camminare fianco a fianco con un ragazzo, meno che mai darsi la mano o scambiare affettuosità, pena l’arresto immediato.
Un racconto di formazione di una ragazzina iraniana (Marjane Satrapi, appunto), che va dal 1978 al 1994, dagli anni della rivoluzione alla Repubblica islamica e alla guerra con l’Iraq di Saddam, un ritratto lucido e diretto della storia dell’Iran, del potere che si propaga attraverso la politica del terrore, un’analisi efficace di cosa accade quando il diritto alla libertà, all’amore e all’istruzione, vengono meno…
Ma in queste pagine non c’è solo il dolore di un paese lacerato da guerra, proibizioni e ipocrisia, ma anche, e soprattutto, il dolore dell’esilio, del dover andar via dalla propria terra, dalle proprie origini (e affetti) per poter sopravvivere, sentendosi sempre “stranieri“, mai veramente a casa, neanche quando poi “a casa” si torna davvero.
Fa arrabbiare, fa commuovere, fa riflettere.
Marjane Satrapi nasce in una famiglia borghese, ma progressista, filomarxista, colta, impegnata politicamente, e viene educata in un modo molto libero, occidentale… atteggiamento che le procurerà moltissimi problemi nell’adattarsi all’oscurantismo del regime di Khomeini e che la obbligherà a lasciare il Paese, prima in Austria (a soli 14 anni), poi, dieci anni piu tardi, in Francia, per sempre.
Ma essere “libera” non sarà così semplice, soprattutto quando si renderà conto (molto presto) di tutti i pregiudizi che il mondo occidentale ha nei suoi confronti, arrivando addirittura a mentire sulla propria nazionalità, arrivando anche a fare la conoscenza di uno dei mali più subdoli e difficili da stanare, la depressione.
É stata la prima graphic novel iraniana mai pubblicata, un piccolo grande capolavoro, ormai un classico contemporaneo!
É una storia personale, ma anche collettiva, é profonda, seria e dolorosa, ma anche ironica e irriverente.
É una denuncia, è un manifesto politico, ma, cosa più importante, è accessibile a tutti.
I disegni sono semplici, ma molto espressivi ed eloquenti, in bianco e nero, parte integrante della scrittura.
In una parola sola, questo fumetto è: “potente”.
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“Persepolis” di Marjane Satrapi, Rizzoli Lizard edizioni . Un libro tra le mani.