Dream Book

“Ricomporre amorevoli scheletri” di Giovanna Rivero: recensione libro

Le esistenze grezze sono quasi sempre oscurate dal sospetto. Su quelle vite lì si fiata il pregiudizio, magari senza neanche conoscerle. Succede anche che quelle esistenze si imbruttiscono di più, diventano più rabbiose come se fossero alimentate da qualcosa di sinistro.

Non è solo una questione di scelte sbagliate, di opportunità mancate, di ore risicate per far quadrare il disordine, l’ordine in vite del genere sarebbe solo un’allucinazione bella e buona, si tratta di scoramento verso la fiducia. Si perde e basta. Quando hai una quotidianità senza né capo né coda, senza un punto di riferimento, vivi come viene. Non mordi la fiducia per campare, usi invece gli stratagemmi che ti permettono, forse, di farcela in un mondo a tinte fosche. Che cosa se ne fa della fiducia un uomo che deve usare l’astuzia per restare in piedi. Le esistenze grezze si attaccano ai non colori, esiste solo la luce della via di fuga, della salvezza.

In Ricomporre amorevoli scheletri di  Giovanna Rivero sei avvolto dall’oscurità da ambienti costruiti dalle ferite. Entri nelle vite di figure inquiete sulla soglia della vulnerabilità che annullano ogni bellezza. Sembrano in bilico sul limitare dell’abisso e neanche lì si aggrappano all’innocenza perché la verità in una zona come la Bolivia è amara e dissacrante.

Cruda la narrazione dei quindici racconti. Feroce, schietto, lo stile come uno sputo della vita che si impossessa dei sogni per ridurli in polvere.

“Ricomporre amorevoli scheletri” di Giovanna Rivero, Edizioni Gran Via. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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